Gea Casolaro, Maybe in Sarajevo, e Brigata ES, ES Dispenser

31 maggio - 30 giugno 2000
a cura di Gabi Scardi

Gea Casolaro, Maybe in Sarajevo

"Una sequenza di scorci metropolitani: sessanta fotografie che potrebbero rappresentare qualsiasi città.
Invece sono state tutte scattate a Sarajevo nell'ottobre del 1998. Gea Casolaro indaga, attraverso un utilizzo apparentemente freddo della fotografia, l'effetto dello sguardo individuale sul tessuto urbano, fissando periferie di metropoli europee, zone di passaggio, aree di risulta considerate normalmente nient'altro che tessuto connettivo della struttura urbana.
Nella serie Maybe in Sarajevo, la capitale bosniaca viene ripresa pre frammenti che, ricomposti in una visione d'insieme, danno l'idea di una città moderna, dinamica, multiforme, affascinante nella varietà delle parti che la compongono. Di una città normale, viva, non della Sarajevo devastata dalla violenza della guerra. Palazzoni di recente costruzione si alternano a case in stile orientaleggiante o modernista, ad aree residenziali con villette dall'aspetto uniforme, ad asili con facciate variopinte. E' una Sarajevo che potrebbe essere molti altri posti, potrebbe essere Osaka, Berlino, Uppsala.

L'estensione e la continuità dell'esperienza, che si dipana attraverso tante immagini, la liberano dal carattere casuale e aneddotico e ci dicono che, per la sua complessità, oggi la città non si presta più ad una lettura semplificata. La sua struttura architettonica e urbanistica è variamente connotata, né ha più senso cercarvi un elemento tipico, uniformante. Lo spazio ha perso la sua unitarietà. In compenso sembra aver acquisito la capacità di dire cose diverse ai diversi soggetti che la interrogano. Le visioni sono tante, quanti sono gli sguardi.

Brigata ES, ES Dispenser

L'arte è investita di uno statuto particolare, quello di bene culturale in vendita. E mentre oggi sembra gratuito solo ciò che è provvisto di senso, l'arte capitola rinunciando ai luoghi della gratuità e della fruizione pubblica, accontentandosi di essere ridotta a gadget culturale.
L'Es Dispenser è un distributore automatico di prodotti estetici ideati e realizzati da Brigata ES. Da quattro monitor, collocati nella parte superiore della struttura, i volti di un gallerista, un collezionista, un critico e un artista enunciano alcune frasi (tratte da Flash Art, annate 1990/2000) che ben corrispondono al modo di comunicare rapido, diretto, assertivo e spettacolare dei media. Invitano all'acquisto dei prodotti che possono essere prelevati inserendo appositi gettoni nelle feritoie poste accanto ad ogni apertura".

Gabi Scardi

Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Settore Giovani

L'invito

Gea Casolaro, Maybe in Sarajevo, e Brigata ES, ES Dispenser

31 maggio - 30 giugno 2000
a cura di Gabi Scardi

Gea Casolaro, Maybe in Sarajevo

"Una sequenza di scorci metropolitani: sessanta fotografie che potrebbero rappresentare qualsiasi città.
Invece sono state tutte scattate a Sarajevo nell'ottobre del 1998. Gea Casolaro indaga, attraverso un utilizzo apparentemente freddo della fotografia, l'effetto dello sguardo individuale sul tessuto urbano, fissando periferie di metropoli europee, zone di passaggio, aree di risulta considerate normalmente nient'altro che tessuto connettivo della struttura urbana.
Nella serie Maybe in Sarajevo, la capitale bosniaca viene ripresa pre frammenti che, ricomposti in una visione d'insieme, danno l'idea di una città moderna, dinamica, multiforme, affascinante nella varietà delle parti che la compongono. Di una città normale, viva, non della Sarajevo devastata dalla violenza della guerra. Palazzoni di recente costruzione si alternano a case in stile orientaleggiante o modernista, ad aree residenziali con villette dall'aspetto uniforme, ad asili con facciate variopinte. E' una Sarajevo che potrebbe essere molti altri posti, potrebbe essere Osaka, Berlino, Uppsala.

L'estensione e la continuità dell'esperienza, che si dipana attraverso tante immagini, la liberano dal carattere casuale e aneddotico e ci dicono che, per la sua complessità, oggi la città non si presta più ad una lettura semplificata. La sua struttura architettonica e urbanistica è variamente connotata, né ha più senso cercarvi un elemento tipico, uniformante. Lo spazio ha perso la sua unitarietà. In compenso sembra aver acquisito la capacità di dire cose diverse ai diversi soggetti che la interrogano. Le visioni sono tante, quanti sono gli sguardi.

Brigata ES, ES Dispenser

L'arte è investita di uno statuto particolare, quello di bene culturale in vendita. E mentre oggi sembra gratuito solo ciò che è provvisto di senso, l'arte capitola rinunciando ai luoghi della gratuità e della fruizione pubblica, accontentandosi di essere ridotta a gadget culturale.
L'Es Dispenser è un distributore automatico di prodotti estetici ideati e realizzati da Brigata ES. Da quattro monitor, collocati nella parte superiore della struttura, i volti di un gallerista, un collezionista, un critico e un artista enunciano alcune frasi (tratte da Flash Art, annate 1990/2000) che ben corrispondono al modo di comunicare rapido, diretto, assertivo e spettacolare dei media. Invitano all'acquisto dei prodotti che possono essere prelevati inserendo appositi gettoni nelle feritoie poste accanto ad ogni apertura".

Gabi Scardi

Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano - Settore Giovani

Brigata ES, ES Dispenser

Brigata ES, ES Dispenser

Brigata ES, ES Dispenser

Brigata ES, ES Dispenser

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