Intercultura - Capitolo 18 I 50 anni di Modou

2019

Patty da un po’ si chiedeva se fossero davvero anche suoi, i progetti, per i quali aveva firmato più di un accordo, scritto o verbale, o erano solo di Sunugal, che ne erano gli artefici.  Qual’era il rapporto di Patty con gli altri frequentatori di Cascina? l’astio con cui si era sentita accolta dipendeva dalla sua condizione sociale, benestante rispetto a quella dei frequentatori di quei luoghi? Il senso di appartenenza sociale era così forte in quelle comunità che li portava ad escludere chi sentivano privilegiato? Si realizzava insomma una forma di discriminazione al contrario? 

Il mondo della cooperazione si regge su un sentimento di solidarietà e fratellanza che lega le persone che vi appartengono e le fa sentire diverse e buone rispetto al mondo comune. Ne consegue una specie di presunzione del volontario, uno sguardo torvo e sospettoso nei confronti dell’agio. Modou aveva l’intelligenza di non provare invidie e di sapersi confrontare con le persone più disparate. In questo senso era davvero uomo di mondo. Eppure anche lui doveva sentirsi condizionato dalla comunità che lo circondava. Probabilmente per questo, non era mai riuscito a mostrarsi alla comunità insieme a Patty. Forse pensava di difendere così la sua immagine nel rispetto degli altri.  Le volontarie non le venivano presentate.

Per il pranzo per i 50 anni di Modou, Patty era arrivato alla Cascina con un bel regalo, probabilmente nemmeno invitata, e si sarebbe aspettata di essere almeno salutata. Invece avevano fatto come se lei non esistesse, figlio, famiglia, amici, volontari. Lei aveva mangiato a distanza, da sola, e poi se ne era andata.

Patty aveva appreso una lezione: aiutare gli altri è la cosa più difficile del mondo, e bisogna essere capaci di farlo. Probabilmente esistono solo due strade per essere efficaci: essere in prima persona completamente autori del proprio operato (ed esistono in Italia Fondazioni serie che operano) oppure limitarsi a donare a chi sa gestire. Ma cosa fare nel caso in una comunità di immigrati che vuole farsi autrice in prima persona del proprio aiuto? La comunità di Modou era forse la sola in Italia impegnata in tal senso e per questo meritava curiosità e fiducia, ma che fatica! 

Intercultura - Capitolo 18 I 50 anni di Modou

2019

Patty da un po’ si chiedeva se fossero davvero anche suoi, i progetti, per i quali aveva firmato più di un accordo, scritto o verbale, o erano solo di Sunugal, che ne erano gli artefici.  Qual’era il rapporto di Patty con gli altri frequentatori di Cascina? l’astio con cui si era sentita accolta dipendeva dalla sua condizione sociale, benestante rispetto a quella dei frequentatori di quei luoghi? Il senso di appartenenza sociale era così forte in quelle comunità che li portava ad escludere chi sentivano privilegiato? Si realizzava insomma una forma di discriminazione al contrario? 

Il mondo della cooperazione si regge su un sentimento di solidarietà e fratellanza che lega le persone che vi appartengono e le fa sentire diverse e buone rispetto al mondo comune. Ne consegue una specie di presunzione del volontario, uno sguardo torvo e sospettoso nei confronti dell’agio. Modou aveva l’intelligenza di non provare invidie e di sapersi confrontare con le persone più disparate. In questo senso era davvero uomo di mondo. Eppure anche lui doveva sentirsi condizionato dalla comunità che lo circondava. Probabilmente per questo, non era mai riuscito a mostrarsi alla comunità insieme a Patty. Forse pensava di difendere così la sua immagine nel rispetto degli altri.  Le volontarie non le venivano presentate.

Per il pranzo per i 50 anni di Modou, Patty era arrivato alla Cascina con un bel regalo, probabilmente nemmeno invitata, e si sarebbe aspettata di essere almeno salutata. Invece avevano fatto come se lei non esistesse, figlio, famiglia, amici, volontari. Lei aveva mangiato a distanza, da sola, e poi se ne era andata.

Patty aveva appreso una lezione: aiutare gli altri è la cosa più difficile del mondo, e bisogna essere capaci di farlo. Probabilmente esistono solo due strade per essere efficaci: essere in prima persona completamente autori del proprio operato (ed esistono in Italia Fondazioni serie che operano) oppure limitarsi a donare a chi sa gestire. Ma cosa fare nel caso in una comunità di immigrati che vuole farsi autrice in prima persona del proprio aiuto? La comunità di Modou era forse la sola in Italia impegnata in tal senso e per questo meritava curiosità e fiducia, ma che fatica!