Laetitia Badaut Haussmann, On Domesticity

9 - 30 aprile 2016
con Rosa Ascolese, Maria Giovanna Drago, From Outer Space e Jacopo Rinaldi, a cura di Simone Frangi

"Oggetti trovati o fabbricati, film, fotografie, installazioni e performance: al di là della loro diversità formale, le opere di Laëtitia Badaut Haussmann propongono un nuovo studio del campo dell’immagine, una ridefinizione della dimensione storica, fotografica e soprattutto scenica di ciò che vediamo, secondo strategie di ri-contestualizzazione e di modificazione della dimensione ricettiva di oggetti e immagini. Profondamente influenzata dall’estetica del modernismo, Laëtitia Badaut Haussmann permette al vocabolario e alla grammatica cinematografica, architettonica e del design di incrociarsi nell’ambito della sua pratica, favorendo così la creazione di luoghi, fisici o virtuali, per l’emergere d’inediti e complessi nodi narrativi. Laëtitia Badaut Haussmann procede dunque per citazioni e per spostamenti di elementi che vengono riposizionati come “fuori luogo” e, proprio per questo, analizzati nella loro vera natura: il lavoro che ne scaturisce si concentra sulle diverse forme di narrazione che gli oggetti, singoli o in insiemi più articolati, mettono in atto e sui rapporti di analogia tra microstrutture e macrostrutture.

On Domesticity #1 è il primo episodio del programma espositivo e di ricerca sviluppato da TERZOPIANO nel corso del 2016. Il workshop è funzionale alla produzione di una installazione di prototipi insieme a VIAFARINI negli spazi dell’organizzazione milanese alla Fabbrica del Vapore nel periodo del Salone del Mobile, contemporaneamente alla esposizione della XXI Triennale prevista negli spazi della Cattedrale. I prototipi prodotti saranno poi espositi presso TERZOPIANO in una mostra collettiva a Settembre 2016 in occasione dell'inaugurazione della sede istituzionale della piattaforma, un grande appartamento di 300 metri quadri situato in un palazzo antico nel centro storico di Lucca.

On Domesticity #1 è parte integrante di “Viafarini Educational Program”, una programmazione modulare che, da Gennaio a Dicembre 2016, si presenta come un think tank permanente che, appoggiandosi ai formati classici di presentazione e promozione della ricerca artistica, genera occasioni formative, di avvicinamento all’arte, ricerca e divulgazione per pubblico, collettività territoriale e giovani professionisti creativi.

Laetitia Badaut Haussmann (1980) diplomata all’École Nationale Supérieure d’Arts di Parigi nel 2006 ha frequentato il programma di residenza Pavillon al Palais de Tokyo a Parigi nel 2011-2012. Nel 2016 è assegnataria della residenza presso l’Institut français presso la Villa Kujoyama a Kyoto 2016, le è stata dedicata una solo presentation allo stand della galleria Allen a FIAC 2015 (Grand Palais, Parigi). Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali a Passerelle (Brest), Zoo Galerie (Nantes), Centre Pompidou / Prospectif Cinéma (Parigi), Galerie des Galeries (Parigi), MACVAL (Vitry-sur-Seine), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris – et en Europe – Gesso Art Space (Vienna), The Barber Shop (Lisbona), MMSU (Rijeka, Croazia), Museo Benaki (Salonicco Grecia).

VIAFARINI, incubatore creativo e hub per le arti visive nato nel 1991 come prima organizzazione non profit in Italia per la promozione della ricerca artistica, sviluppa il primo e unico Archivio concepito come network e know how, motore fondamentale per fornire servizi di documentazione, consulenza agli artisti, produzione, residenza, formazione, comunicazione ed esposizione in una prospettiva transdisciplinare.

TERZOPIANO è una piattaforma associativa che dal 2016 propone una selezione di attività finalizzate alla promozione della partecipazione collettiva e al sostegno della produzione dell’arte nell’ambito del contemporaneo. TERZOPIANO intende sviluppa nuovi modelli di produzione e fruizione in campo artistico; creare forme futuribili di collezionismo privato e pubblico; aggiornare le tutele e le modalità di produzione di opere; includere nei processi produttivi le aziende della filiera artistica; alimentare il dialogo fra artisti di varie discipline, nella realizzazione di nuove forme linguistico-culturali; produrre progetti innovativi di fundraising capaci di superare il concetto di sponsorship a favore di una partnership attiva. L’associazione è stata costituita nel Febbraio 2016 da Alessandro Pardossi (Presidente) Veronica Caciolli (Vice presidente), Paolo Vellutini, Antonello Tumbiolo e Tommaso Pellegrini."

Simone Frangi

9 - 13 Aprile 2016: workshop di progettazione

13 - 30 Aprile 2016: esposizione

"Nel workshop progettato da TERZOPIANO con VIAFARINI come primo episodio del programma espositivo e di ricerca On Domesticity, Laëtitia Badaut Haussmann prende come spunto due suoi recenti lavori che riflettono sulla storia del design e delle forme domestiche per dare vita collaborativamente ad un nuovo corpo di oggetti di uso quotidiano. Nella settimana del Salone Internazionale del Mobile, lo spazio di VIAFARINI è abitato da un gruppo di designer e artisti che, selezionati in istituti di formazione d’eccellenza della città di Milano, progettano e realizzano sotto la guida dell’artista francese una linea di arredamento per una delle sale della sede di TERZOPIANO a Lucca, a partire da uno studio delle qualità simboliche dei materiali di partenza.

La prima opera che genera le strategie strutturali del workshop sarà “EM_EM” che Laëtitia Badaut Haussmann realizza nel 2013 a partire dall’incrocio delle biografie e delle produzioni di Emile Méreaux e Enzo Mari. Alla fine del diciannovesimo secolo, Méreaux fonda a Montreuil una comunità anarchica che cercherà negli anni successivi di mettere in atto logiche alternative di scambio economico basate su una cooperativa di produzione di mobili. Questa esperienza spingerà Méreaux a fondare le famose Soirées Ouvrières e l’importante Università Popolare di Montreuil. Questa figura singolare è evocata nel lavoro da “EM_EM” proprio nella sua vicinanza con le strategie dei principi di costruzione dell’Autoprogettazione (1974) di Enzo Mari. Le strategie sviluppate dal designer e architetto italiano, molto vicine allo spirito del do it yourself, diventano nel lavoro di Laëtitia Badaut Haussmann un repertorio di forme basiche attraverso cui l’artista tenta di incarnare l’immagine lacunosa delle esperienze anarchiche della Parigi del Diciannovesimo secolo, tracciando quindi una genealogia simbolica che le posizionano come vera origine del “design militante” degli anni Settanta in Italia.

La seconda opera che Laëtitia Badaut Haussmann mette in gioco nel workshop milanese è la recentissima L’amour est plus froid que la mort (I & II), progetto di “scultura sentimentale” presentata dall’artista nel 2015 nella sua mostra monografica presso il Centro d’Arte Contemporanea La Passerelle di Brest (FR). lavoro modulare, declinabile in diverse forme ad ogni sua apparizizone, L’amour si genera seguendo un protocollo formale molto rigido: due lunghe masse di tessuto vengono intrecciate ad elica e appoggiate ad una struttura metallica. Questa primo abbozzo formale si completa adattandosi, come un organismo variabile, allo spazio che lo ospita, secondo dinamiche surrealiste. L’opera nasce dalla persistenza di un’immagine nella mente dell’artista dopo la sua prima lettura di Querelle de Brest (1947) di Jean Genet: il velluto nero utilizzato nella prima versione de L’amour evocavano una dimensione simbolica ibrida, tra il desiderio erotico e il lutto."

Simone Frangi

Laetitia Badaut Haussmann, On Domesticity

9 - 30 aprile 2016
con Rosa Ascolese, Maria Giovanna Drago, From Outer Space e Jacopo Rinaldi, a cura di Simone Frangi

"Oggetti trovati o fabbricati, film, fotografie, installazioni e performance: al di là della loro diversità formale, le opere di Laëtitia Badaut Haussmann propongono un nuovo studio del campo dell’immagine, una ridefinizione della dimensione storica, fotografica e soprattutto scenica di ciò che vediamo, secondo strategie di ri-contestualizzazione e di modificazione della dimensione ricettiva di oggetti e immagini. Profondamente influenzata dall’estetica del modernismo, Laëtitia Badaut Haussmann permette al vocabolario e alla grammatica cinematografica, architettonica e del design di incrociarsi nell’ambito della sua pratica, favorendo così la creazione di luoghi, fisici o virtuali, per l’emergere d’inediti e complessi nodi narrativi. Laëtitia Badaut Haussmann procede dunque per citazioni e per spostamenti di elementi che vengono riposizionati come “fuori luogo” e, proprio per questo, analizzati nella loro vera natura: il lavoro che ne scaturisce si concentra sulle diverse forme di narrazione che gli oggetti, singoli o in insiemi più articolati, mettono in atto e sui rapporti di analogia tra microstrutture e macrostrutture.

On Domesticity #1 è il primo episodio del programma espositivo e di ricerca sviluppato da TERZOPIANO nel corso del 2016. Il workshop è funzionale alla produzione di una installazione di prototipi insieme a VIAFARINI negli spazi dell’organizzazione milanese alla Fabbrica del Vapore nel periodo del Salone del Mobile, contemporaneamente alla esposizione della XXI Triennale prevista negli spazi della Cattedrale. I prototipi prodotti saranno poi espositi presso TERZOPIANO in una mostra collettiva a Settembre 2016 in occasione dell'inaugurazione della sede istituzionale della piattaforma, un grande appartamento di 300 metri quadri situato in un palazzo antico nel centro storico di Lucca.

On Domesticity #1 è parte integrante di “Viafarini Educational Program”, una programmazione modulare che, da Gennaio a Dicembre 2016, si presenta come un think tank permanente che, appoggiandosi ai formati classici di presentazione e promozione della ricerca artistica, genera occasioni formative, di avvicinamento all’arte, ricerca e divulgazione per pubblico, collettività territoriale e giovani professionisti creativi.

Laetitia Badaut Haussmann (1980) diplomata all’École Nationale Supérieure d’Arts di Parigi nel 2006 ha frequentato il programma di residenza Pavillon al Palais de Tokyo a Parigi nel 2011-2012. Nel 2016 è assegnataria della residenza presso l’Institut français presso la Villa Kujoyama a Kyoto 2016, le è stata dedicata una solo presentation allo stand della galleria Allen a FIAC 2015 (Grand Palais, Parigi). Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali a Passerelle (Brest), Zoo Galerie (Nantes), Centre Pompidou / Prospectif Cinéma (Parigi), Galerie des Galeries (Parigi), MACVAL (Vitry-sur-Seine), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris – et en Europe – Gesso Art Space (Vienna), The Barber Shop (Lisbona), MMSU (Rijeka, Croazia), Museo Benaki (Salonicco Grecia).

VIAFARINI, incubatore creativo e hub per le arti visive nato nel 1991 come prima organizzazione non profit in Italia per la promozione della ricerca artistica, sviluppa il primo e unico Archivio concepito come network e know how, motore fondamentale per fornire servizi di documentazione, consulenza agli artisti, produzione, residenza, formazione, comunicazione ed esposizione in una prospettiva transdisciplinare.

TERZOPIANO è una piattaforma associativa che dal 2016 propone una selezione di attività finalizzate alla promozione della partecipazione collettiva e al sostegno della produzione dell’arte nell’ambito del contemporaneo. TERZOPIANO intende sviluppa nuovi modelli di produzione e fruizione in campo artistico; creare forme futuribili di collezionismo privato e pubblico; aggiornare le tutele e le modalità di produzione di opere; includere nei processi produttivi le aziende della filiera artistica; alimentare il dialogo fra artisti di varie discipline, nella realizzazione di nuove forme linguistico-culturali; produrre progetti innovativi di fundraising capaci di superare il concetto di sponsorship a favore di una partnership attiva. L’associazione è stata costituita nel Febbraio 2016 da Alessandro Pardossi (Presidente) Veronica Caciolli (Vice presidente), Paolo Vellutini, Antonello Tumbiolo e Tommaso Pellegrini."

Simone Frangi

9 - 13 Aprile 2016: workshop di progettazione

13 - 30 Aprile 2016: esposizione

"Nel workshop progettato da TERZOPIANO con VIAFARINI come primo episodio del programma espositivo e di ricerca On Domesticity, Laëtitia Badaut Haussmann prende come spunto due suoi recenti lavori che riflettono sulla storia del design e delle forme domestiche per dare vita collaborativamente ad un nuovo corpo di oggetti di uso quotidiano. Nella settimana del Salone Internazionale del Mobile, lo spazio di VIAFARINI è abitato da un gruppo di designer e artisti che, selezionati in istituti di formazione d’eccellenza della città di Milano, progettano e realizzano sotto la guida dell’artista francese una linea di arredamento per una delle sale della sede di TERZOPIANO a Lucca, a partire da uno studio delle qualità simboliche dei materiali di partenza.

La prima opera che genera le strategie strutturali del workshop sarà “EM_EM” che Laëtitia Badaut Haussmann realizza nel 2013 a partire dall’incrocio delle biografie e delle produzioni di Emile Méreaux e Enzo Mari. Alla fine del diciannovesimo secolo, Méreaux fonda a Montreuil una comunità anarchica che cercherà negli anni successivi di mettere in atto logiche alternative di scambio economico basate su una cooperativa di produzione di mobili. Questa esperienza spingerà Méreaux a fondare le famose Soirées Ouvrières e l’importante Università Popolare di Montreuil. Questa figura singolare è evocata nel lavoro da “EM_EM” proprio nella sua vicinanza con le strategie dei principi di costruzione dell’Autoprogettazione (1974) di Enzo Mari. Le strategie sviluppate dal designer e architetto italiano, molto vicine allo spirito del do it yourself, diventano nel lavoro di Laëtitia Badaut Haussmann un repertorio di forme basiche attraverso cui l’artista tenta di incarnare l’immagine lacunosa delle esperienze anarchiche della Parigi del Diciannovesimo secolo, tracciando quindi una genealogia simbolica che le posizionano come vera origine del “design militante” degli anni Settanta in Italia.

La seconda opera che Laëtitia Badaut Haussmann mette in gioco nel workshop milanese è la recentissima L’amour est plus froid que la mort (I & II), progetto di “scultura sentimentale” presentata dall’artista nel 2015 nella sua mostra monografica presso il Centro d’Arte Contemporanea La Passerelle di Brest (FR). lavoro modulare, declinabile in diverse forme ad ogni sua apparizizone, L’amour si genera seguendo un protocollo formale molto rigido: due lunghe masse di tessuto vengono intrecciate ad elica e appoggiate ad una struttura metallica. Questa primo abbozzo formale si completa adattandosi, come un organismo variabile, allo spazio che lo ospita, secondo dinamiche surrealiste. L’opera nasce dalla persistenza di un’immagine nella mente dell’artista dopo la sua prima lettura di Querelle de Brest (1947) di Jean Genet: il velluto nero utilizzato nella prima versione de L’amour evocavano una dimensione simbolica ibrida, tra il desiderio erotico e il lutto."

Simone Frangi

Foto di Giulia Alli

Foto di Giulia Alli

Foto di Giulia Alli

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Workshop di progettazione
 

Workshop di progettazione
 

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