VIR Viafarini-in-residence, Open Studio

30 settembre 2013

Open Studio: Stefano Cagol, Isaac Contreras (artista in residenza grazie a scambio con SOMA Mexico City)

Durante l'evento Open Studio si potrà inoltre visitare lo studio condiviso da: Enrico Boccioletti, Roberto Fassone, Toni Fiorentino, Pasquale Gadaleta, Luca Resta, Sebastiano Sofia, Federico Tosi, Carloalberto Treccani.

Saranno inoltre presentate le produzioni proposte da studioliquido e Carrozzeria Margot, nell'ambito di una collaborazione per permettere l'accesso degli artisti a nuove facilities di produzione e di ricerca, promuovendo la circolazione dell'artista come professionista in ambiti produttivi. La collaborazione pone l'accento sul concetto di skill sharing e sulla messa a disposizione vicendevole di competenze teoriche, pratiche e tecniche.

Stefano Cagol presenta opere video e installative realizzate durante la residenza in continuità con la ricerca sviluppata per la sua partecipazione alla 55. Biennale di Venezia 2013, Padiglione Maldive. Viene anche presentato il libretto THE ICE MONOLITH. Platform con 34 interviste realizzate dall’artista. Alle ore 20 Alfredo Cramerotti (direttore del MOSTYN, Galles) racconterà l’esperienza del Padiglione Maldive, del quale è co-curatore come parte del collettivo CPS – Chamber of Public Secrets. Cramerotti è anche co-curatore del Padiglione Galles alla 55. Biennale di Venezia 2013.
Bouvet Island è una delle isole più remote del pianeta (si tratta di un’isola norvegese situata però agli antipodi, nell’area antartica) costituita di rocce vulcaniche coperte per il 93% da bianchi ghiacci permanenti, 'incontaminata', è al tempo stesso stata protagonista di uno degli esperimenti nucleari più misteriosi, il caso ‘Vela’, un’esplosione avvenuta nelle sue acque e mai rivendicata da alcuna nazione. L’installazione ne prende il titolo e la ‘forma’ metaforica.

Isaac Contreras ha investigato le modalità di circolazione degli oggetti smarriti quotidianamente nelle città, collaborando con gli uffici oggetti smarriti e rispondendo ad annunci privati in città. Il progetto, dal titolo O.O.O è una ricerca sulle raccolte accidentali di oggetti, frutto dell'errore e della dimenticanza. Questi accumuli di oggetti rappresentano detriti del nostro tempo, sedimentazioni del caos e costruzioni entropiche della quotidianità nelle metropoli. L'artista presenta una serie di sculture realizzate con materiali trovati e sculture in gesso basate sulla somma del volume degli oggetti smarriti e recuperati in città.
"I see my work as an evolving system of forms in which instability, precariousness and emptiness exist not only as given conditions but as triggers for the work to happen. This involves learning to negotiate with the empty, rendering the void, looking for matter in empty places and using available materials and unstable situations as mechanisms to open space for the uncertain, the overlooked and the fragile. I’m interested in open systems that in-form the work and allow it to exist in shifting configurations during the exhibition. This way of proceeding, responding to a system that is not dependent on me, allows me to develop a practice in which negotiation plays a central role."

Foto di Davide Tremolada

VIR Viafarini-in-residence, Open Studio

30 settembre 2013

Open Studio: Stefano Cagol, Isaac Contreras (artista in residenza grazie a scambio con SOMA Mexico City)

Durante l'evento Open Studio si potrà inoltre visitare lo studio condiviso da: Enrico Boccioletti, Roberto Fassone, Toni Fiorentino, Pasquale Gadaleta, Luca Resta, Sebastiano Sofia, Federico Tosi, Carloalberto Treccani.

Saranno inoltre presentate le produzioni proposte da studioliquido e Carrozzeria Margot, nell'ambito di una collaborazione per permettere l'accesso degli artisti a nuove facilities di produzione e di ricerca, promuovendo la circolazione dell'artista come professionista in ambiti produttivi. La collaborazione pone l'accento sul concetto di skill sharing e sulla messa a disposizione vicendevole di competenze teoriche, pratiche e tecniche.

Stefano Cagol presenta opere video e installative realizzate durante la residenza in continuità con la ricerca sviluppata per la sua partecipazione alla 55. Biennale di Venezia 2013, Padiglione Maldive. Viene anche presentato il libretto THE ICE MONOLITH. Platform con 34 interviste realizzate dall’artista. Alle ore 20 Alfredo Cramerotti (direttore del MOSTYN, Galles) racconterà l’esperienza del Padiglione Maldive, del quale è co-curatore come parte del collettivo CPS – Chamber of Public Secrets. Cramerotti è anche co-curatore del Padiglione Galles alla 55. Biennale di Venezia 2013.
Bouvet Island è una delle isole più remote del pianeta (si tratta di un’isola norvegese situata però agli antipodi, nell’area antartica) costituita di rocce vulcaniche coperte per il 93% da bianchi ghiacci permanenti, 'incontaminata', è al tempo stesso stata protagonista di uno degli esperimenti nucleari più misteriosi, il caso ‘Vela’, un’esplosione avvenuta nelle sue acque e mai rivendicata da alcuna nazione. L’installazione ne prende il titolo e la ‘forma’ metaforica.

Isaac Contreras ha investigato le modalità di circolazione degli oggetti smarriti quotidianamente nelle città, collaborando con gli uffici oggetti smarriti e rispondendo ad annunci privati in città. Il progetto, dal titolo O.O.O è una ricerca sulle raccolte accidentali di oggetti, frutto dell'errore e della dimenticanza. Questi accumuli di oggetti rappresentano detriti del nostro tempo, sedimentazioni del caos e costruzioni entropiche della quotidianità nelle metropoli. L'artista presenta una serie di sculture realizzate con materiali trovati e sculture in gesso basate sulla somma del volume degli oggetti smarriti e recuperati in città.
"I see my work as an evolving system of forms in which instability, precariousness and emptiness exist not only as given conditions but as triggers for the work to happen. This involves learning to negotiate with the empty, rendering the void, looking for matter in empty places and using available materials and unstable situations as mechanisms to open space for the uncertain, the overlooked and the fragile. I’m interested in open systems that in-form the work and allow it to exist in shifting configurations during the exhibition. This way of proceeding, responding to a system that is not dependent on me, allows me to develop a practice in which negotiation plays a central role."

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada

Foto di Davide Tremolada