Cose inverosimili

10 marzo - 2 aprile 1999
a cura di Alessandra Galasso

Artisti: Domenica Bucalo, Antonio De Pascale, Fulvio Di Piazza, Tiziana Fusari, Laura Matei, Fabrizio Rivola.

Con il contributo del Comune di Milano - Settore Sport e Giovani

"Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne contempli la tua filosofia". (William Shakespeare, Amleto, atto I, scena V)
Così Amleto si rivolge a Orazio al termine di un colloquio con lo spirito del padre. Intenzionalmente anti-empirista, e in antitesi con la filosofia occidentale di derivazione greco-ellenista e la sua sciocca pretesa di spiegare il mondo attraverso gli stumenti della ragione, la frase potrebbe essere uno slogan, un monito a tutti gli uomini per ricordare loro che non tutto ciò che vediamo è spiegabile in termini di causa-effetto e che il numero delle cose inverosimili uguaglia e spesso supera quello dello scibile.

L'arte, per sua natura, fa parte della sfera delle cose difficilmente spiegabili dove il "cogito ergo sum" è più una semplice citazione che un criterio valutativo. Nel campionario dei linguaggi artistici più che alla ragione si fa appello al potere evocativo delle forme, dei colori e degli oggetti, all'effetto di spaesamento e stupore; l'inversione di ruoli e generi è spesso usato come un paradigma.

Per la mostra Cose inverosimili sono stati selezionati dall'Archivio Care of/Viafarini sei artisti che esplorano sfidando, dilatando e alterando la comune percezione; artisti outsider, per indole più vicini ai giocatori d'azzardo che agli scalatori sociali.

Le opere fotografiche di Domenica Bucalo sono immagini surreali di fanciulle in costume da bagno e occhialini da piscina intente a svolgere le più comuni azioni quotidiane. L'effetto di spaesamento che ne deriva si accompagna a un senso di meraviglia che mette di buon umore.

Proseguendo la ricerca intrapresa nel mondo dei prodotti di consumo, riproducendo e alterando i segni con cui normalmente sono identificabili, Antonio De Pascale ha creato un oggetto sur-dimensionato che pare uscito dalle pagine di Lewis Carroll o un film dei fratelli Cohen.

Fulvio Di Piazza è un Bosch contemporaneo i cui dipinti sono intere cosmologie in grado di condensare una gita al parco dei divertimenti, una discesa nei gironi di un inferno dantesco, passando per il giardino delle delizie.

Nell'abecedario personale di Tiziana Fusari, donne fatali si fanno accompagnare da alligatori in smoking mentre ballerine cadono dal cielo come gocce di pioggia. Una galleria popolata da personaggi e creature fantastiche che racchiudono desideri e paure ancestrali.

Fabrizio Rivola presenta un video in cui a immagini prese dalla propaganda sovietica fa da sfondo una musica country come in uno spot pubblicitario dove la demagogia ottimista della classe operaia e l'American way of Life si fondono come una sottiletta di formaggio all'interno di un Big Mac.

Laura Matei infine, prosegue la sua ricerca e la sua sfida alle comuni categorie della percezione. Opere prodotte da un'ossessione e un virtuosismo manuale in grado di restituire agli oggetti più banali un senso di meraviglia e stupore che commuove.

La mostra è una ginnastica mentale e visiva, un invito a non fermarsi davanti alle apparenze, a non credere che le cose siano sempre ciò che appaiono, proprio come suggeriva Amleto".
 

Alessandra Galasso

Cose inverosimili

10 marzo - 2 aprile 1999
a cura di Alessandra Galasso

Artisti: Domenica Bucalo, Antonio De Pascale, Fulvio Di Piazza, Tiziana Fusari, Laura Matei, Fabrizio Rivola.

Con il contributo del Comune di Milano - Settore Sport e Giovani

"Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne contempli la tua filosofia". (William Shakespeare, Amleto, atto I, scena V)
Così Amleto si rivolge a Orazio al termine di un colloquio con lo spirito del padre. Intenzionalmente anti-empirista, e in antitesi con la filosofia occidentale di derivazione greco-ellenista e la sua sciocca pretesa di spiegare il mondo attraverso gli stumenti della ragione, la frase potrebbe essere uno slogan, un monito a tutti gli uomini per ricordare loro che non tutto ciò che vediamo è spiegabile in termini di causa-effetto e che il numero delle cose inverosimili uguaglia e spesso supera quello dello scibile.

L'arte, per sua natura, fa parte della sfera delle cose difficilmente spiegabili dove il "cogito ergo sum" è più una semplice citazione che un criterio valutativo. Nel campionario dei linguaggi artistici più che alla ragione si fa appello al potere evocativo delle forme, dei colori e degli oggetti, all'effetto di spaesamento e stupore; l'inversione di ruoli e generi è spesso usato come un paradigma.

Per la mostra Cose inverosimili sono stati selezionati dall'Archivio Care of/Viafarini sei artisti che esplorano sfidando, dilatando e alterando la comune percezione; artisti outsider, per indole più vicini ai giocatori d'azzardo che agli scalatori sociali.

Le opere fotografiche di Domenica Bucalo sono immagini surreali di fanciulle in costume da bagno e occhialini da piscina intente a svolgere le più comuni azioni quotidiane. L'effetto di spaesamento che ne deriva si accompagna a un senso di meraviglia che mette di buon umore.

Proseguendo la ricerca intrapresa nel mondo dei prodotti di consumo, riproducendo e alterando i segni con cui normalmente sono identificabili, Antonio De Pascale ha creato un oggetto sur-dimensionato che pare uscito dalle pagine di Lewis Carroll o un film dei fratelli Cohen.

Fulvio Di Piazza è un Bosch contemporaneo i cui dipinti sono intere cosmologie in grado di condensare una gita al parco dei divertimenti, una discesa nei gironi di un inferno dantesco, passando per il giardino delle delizie.

Nell'abecedario personale di Tiziana Fusari, donne fatali si fanno accompagnare da alligatori in smoking mentre ballerine cadono dal cielo come gocce di pioggia. Una galleria popolata da personaggi e creature fantastiche che racchiudono desideri e paure ancestrali.

Fabrizio Rivola presenta un video in cui a immagini prese dalla propaganda sovietica fa da sfondo una musica country come in uno spot pubblicitario dove la demagogia ottimista della classe operaia e l'American way of Life si fondono come una sottiletta di formaggio all'interno di un Big Mac.

Laura Matei infine, prosegue la sua ricerca e la sua sfida alle comuni categorie della percezione. Opere prodotte da un'ossessione e un virtuosismo manuale in grado di restituire agli oggetti più banali un senso di meraviglia e stupore che commuove.

La mostra è una ginnastica mentale e visiva, un invito a non fermarsi davanti alle apparenze, a non credere che le cose siano sempre ciò che appaiono, proprio come suggeriva Amleto".
 

Alessandra Galasso