Martina Rota, Dirty Sweat

10 ottobre 2021
a cura di Tommaso Pagani

Viafarini presenta la performance Dirty Sweat di Martina Rota a cura di Tommaso Pagani. L’evento si svolge domenica 10 ottobre alle ore 18.00 presso il Centro Culturale Cinese di Milano, in via Paolo Sarpi 26, in occasione di Vapore in Sarpi.

Dirty Sweat è un progetto coreografico sull’orgasmo come strumento di rivendicazione politica e personale. Attraverso una pratica corporea in cui la performer fa appello ad alcune parti del corpo che le permettono di immergersi in una condizione di piacere: la testa, la pianta dei piedi, i seni, il bacino. La sensorialità della pelle viene attivata per fare in modo che il piacere non venga rappresentato idealmente quanto più condiviso sinceramente con l’osservatore. Il lavoro nasce dall’esigenza di trasformare un corpo traumatizzato, vittima di abusi, in un corpo che si concede la possibilità di riscoprire, mostrando la propria vulnerabilità, tutti i modi possibili per provare piacere in un’azione catartica e trasformativa.

Insieme al corpo di Martina Rota si esibiscono, nel cortile del Centro Culturale Cinese di Milano come sulla scena di un teatro improvvisato, nuovi modelli di codificazione della sessualità, delle pratiche del corpo e dei rituali di produzione del piacere.
Dirty Sweat intende smontare il regime duale producendo un corpo liberato dal ruolo di dispositivo dispotico soggettivista, e svincolato dalle istanze e i regimi da cui è costituito: in questo modo il corpo esibito si trasforma in un corpo limite, soglia verso il possibile.

Crediti: di e con Martina Rota
Consulente al progetto: Daniele Ninarello
Produzione: NINA
Con il sostegno di: Incubatore per futuri coreografi C.I.M.D, CCAP Stockholm, Parc Fabrica Europa,Spazio fase - Giulio Locatelli studio

Martina Rota nasce a Bergamo nel 1995. Durante i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Brera nel dipartimento di Arti visive inizia la sua ricerca artistica caratterizzata da una forte multidisciplinarietà, per lei il medium risponde sempre alla domanda cosa è necessario? considera il proprio lavoro come un'opportunità per creare parentele con lo spazio, porre domande e riflettere sul sentire comune. Nel 2016 incontra e lavor con Boris Charmatz il quale insieme a Daniele Ninarello influenzano il suo retro-mondo coreografico. Nel 2017 studia all' SNDO school for new dance development ad Amsterdam, nel 2018 entra a far parte di Da.RE sistemi dinamici per la trasmissione delle arti performative contemporanee diretto da Adriana Borriello. Dal 2019 al 2021 fa parte del progetto d i ricerca sostenuto dal Mic, Incubatore per futuri coreografi c.i.m.d diretto da Franca Ferrari con il tutoraggio di Daniele Ninarello, Davide Valrosso e Marco D'Agostin. Attualmente continua la sua ricerca artistica a Milano dove gestisce e cura insieme a Giulia Parolin e Stefano Galeotti MASSIMO uno spazio d'arte contemporanea con sede in via degli Scipioni 7.

Martina Rota, Dirty Sweat

10 ottobre 2021
a cura di Tommaso Pagani

Viafarini presenta la performance Dirty Sweat di Martina Rota a cura di Tommaso Pagani. L’evento si svolge domenica 10 ottobre alle ore 18.00 presso il Centro Culturale Cinese di Milano, in via Paolo Sarpi 26, in occasione di Vapore in Sarpi.

Dirty Sweat è un progetto coreografico sull’orgasmo come strumento di rivendicazione politica e personale. Attraverso una pratica corporea in cui la performer fa appello ad alcune parti del corpo che le permettono di immergersi in una condizione di piacere: la testa, la pianta dei piedi, i seni, il bacino. La sensorialità della pelle viene attivata per fare in modo che il piacere non venga rappresentato idealmente quanto più condiviso sinceramente con l’osservatore. Il lavoro nasce dall’esigenza di trasformare un corpo traumatizzato, vittima di abusi, in un corpo che si concede la possibilità di riscoprire, mostrando la propria vulnerabilità, tutti i modi possibili per provare piacere in un’azione catartica e trasformativa.

Insieme al corpo di Martina Rota si esibiscono, nel cortile del Centro Culturale Cinese di Milano come sulla scena di un teatro improvvisato, nuovi modelli di codificazione della sessualità, delle pratiche del corpo e dei rituali di produzione del piacere.
Dirty Sweat intende smontare il regime duale producendo un corpo liberato dal ruolo di dispositivo dispotico soggettivista, e svincolato dalle istanze e i regimi da cui è costituito: in questo modo il corpo esibito si trasforma in un corpo limite, soglia verso il possibile.

Crediti: di e con Martina Rota
Consulente al progetto: Daniele Ninarello
Produzione: NINA
Con il sostegno di: Incubatore per futuri coreografi C.I.M.D, CCAP Stockholm, Parc Fabrica Europa,Spazio fase - Giulio Locatelli studio

Martina Rota nasce a Bergamo nel 1995. Durante i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Brera nel dipartimento di Arti visive inizia la sua ricerca artistica caratterizzata da una forte multidisciplinarietà, per lei il medium risponde sempre alla domanda cosa è necessario? considera il proprio lavoro come un'opportunità per creare parentele con lo spazio, porre domande e riflettere sul sentire comune. Nel 2016 incontra e lavor con Boris Charmatz il quale insieme a Daniele Ninarello influenzano il suo retro-mondo coreografico. Nel 2017 studia all' SNDO school for new dance development ad Amsterdam, nel 2018 entra a far parte di Da.RE sistemi dinamici per la trasmissione delle arti performative contemporanee diretto da Adriana Borriello. Dal 2019 al 2021 fa parte del progetto d i ricerca sostenuto dal Mic, Incubatore per futuri coreografi c.i.m.d diretto da Franca Ferrari con il tutoraggio di Daniele Ninarello, Davide Valrosso e Marco D'Agostin. Attualmente continua la sua ricerca artistica a Milano dove gestisce e cura insieme a Giulia Parolin e Stefano Galeotti MASSIMO uno spazio d'arte contemporanea con sede in via degli Scipioni 7.

Dirty Sweat trailer
Martina Rota

Dirty Sweat, poesia

Dirty Sweat, poetry

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto

Courtesy: Giorgia Baschirotto