Enej Gala, Prefabrick - Walking with Art Prize 2015

11 febbraio - 20 marzo 2016

Walking with Art – Stonefly Art Prize torna a Milano, nella prestigiosa sede di Viafarini alla Fabbrica del Vapore, presentando la mostra personale di Enej Gala (Slovenia, 1990), l’artista vincitore della sesta edizione del Premio promosso da Stonefly e Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con l’organizzazione per la promozione della ricerca artistica Viafarini.

Walking with Art nasce nel 2010 con l’obiettivo, da parte di Stonefly, di sostenere il mondo della giovane arte contemporanea. Ogni anno i 12 giovani artisti in residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa vengono invitati all’interno dell’azienda dove imparano a conoscere più da vicino il processo creativo che sottende alla produzione industriale per poi reinterpretarlo, ciascuno seguendo la propria attitudine e le tecniche più confacenti.

Dal 2014 Walking with Art oltre ad essere un premio acquisto, è anche un premio produzione. La scelta è stata quella di puntare sulla promozione della fase ideativa delle opere, selezionando poi i progetti migliori, sostenendone la realizzazione e la presentazione finale.
Questo percorso è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’azienda e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia a cui si è aggiunto, nelle ultime due edizioni, il prezioso supporto di Viafarini DOCVA Fabbrica del Vapore.
Considerando infatti la produzione d'impresa come una attività complessa che coinvolge aspetti diversi quali l'organizzazione del lavoro, saperi specifici, una riflessione estetica sui prodotti, la sperimentazione dei materiali, l'artista può trovare in questo contesto un suo spazio di ideazione e produzione situati dove i confini, i limiti, i temi, creano stimoli e insegnano a dare forma alla tensione creativa; se l'impresa si colloca come ente di produzione culturale, l'arte contemporanea con i suoi strumenti e i suoi contenuti può interagire con questa produzione, in un mutuo scambio di messaggi, riferimenti, ribaltamenti dei punti di vista che oggi più che mai necessitano di reciproco arricchimento.

Nella mostra Gala espone l'installazione meccanica Prefabrick (l’opera che ha vinto il Walking with Art – Stonefly Art Prize 2015) accompagnata da una serie di lavori realizzati durante l'anno di residenza che contribuiscono a “raccontare” l’evoluzione artistica di questo giovane talento dell’arte contemporanea. Prefabrick è il lavoro ispirato da “DANCE DANCE DANCE”, tema scelto per questa edizione del premio e tratto dal libro del 1988 del celebre autore giapponese Haruki Murakami. In quest’opera il giovane pittore esprime la necessità dei nativi digitali di confrontarsi con i mezzi tradizionali della pittura, scultura, disegno e installazione in modo innovativo e immaginifico.

Gala riflette sull'ambiguità del “continuare a danzare”, spesso interpretato nella società attuale come una metafora del continuare a produrre e vivere con ritmi frenetici. L’opera, una surreale installazione, rappresenta un corpo stanco, una strana macchina animalesca, potrà essere attivata dall'osservatore, permettendole di muoversi e danzare oppure di fermarsi. Nella mostra l'artista espone l'opera vincitrice del concorso Walking with Art – Stonefly Art Prize 2015 accompagnata da una serie di opere realizzate durante l' anno di residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa.
La ricerca pittorica di Enej Gala, in modo simile a quella di altri pittori formati in tempi recenti all'Accademia di Venezia, è caratterizzata da una lettura ironica della realtà e del dialogo tra antico e moderno, radicamento ed erranza, ambientazione domestica e teatro della natura, umanità e animalità.

L'allestimento per la mostra nello spazio di Viafarini si basa su una sovrabbondanza di segni e significati e l’artista ricorre a tecniche diverse: disegni, pittura e installazioni dialogano con l’architettura industriale della Fabbrica del Vapore e si richiamano vicendevolmente, come variazioni su un unico tema. Le installazioni sono leggibili come addizioni cinetiche della superficie pittorica, la tecnica rimane aperta, sfuggente, sporca come ogni terreno fertile deve essere.

Attraverso la creazione di un grottesco sistema simbolico, il lavoro di Enej Gala presenta una potente carica narrativa in una forma del tutto rarefatta, onirica e priva di alcun elemento di ancoraggio al reale. Le sue opere nascono dalla rielaborazione ludica e ironica di archetipi antichi, ma nascondono un principio di realtà e si pongono in dialogo col futuro. Se infatti il processo di elaborazione di ogni suo lavoro nasce a partire da una suggestione proveniente dalla storia della tradizione, in quanto forma originaria rilevante del nostro mondo interiore, la costruzione di senso generata sarà il punto di partenza per una riflessione sul nostro essere qui ed ora.

In questo senso, fruire della ricerca di Gala significa immergersi in una dimensione liquefatta e stratificata nella quale presenze immaginifiche, esseri fantascientifici, o resti di personificazioni si attraggono e si respingono generando una tensione che si fa manifesta solo dopo uno sguardo attento e approfondito dell’opera. Questo movimento interno al quadro o all’installazione scultorea spinge il fruitore ad adattare più volte il suo punto di vista sull’opera e ad osservare ogni elemento minuziosamente inserito dall’autore per ricostruire la propria lettura d’insieme. Gala, come molti di noi oggi, vive più di un luogo, colleziona suggestioni, leggende e miti, che non sono semplici racconti bensì veri e propri archetipi dei comportamenti umani perché contengono le ansie, i sogni, le aspettative, i bisogni e le sofferenze di quel mondo interiore che potremmo chiamare psicologia del profondo, e ancora raccoglie le tensioni della nostra epoca e si interroga sui paradossi della condizione individuale, investiga i limiti del potenziale umano e riflette sulle forme di autolimitazione che assumiamo quotidianamente senza nemmeno accorgercene. Tutto questo diventa materiale di ricerca che l’autore rielabora con l’uso di linguaggi quali il disegno, la pittura e la scultura, dimostrando particolare attenzione e originalità nei confronti della creazione di nuove simbologie, dell’uso della materia e della costruzione semantica.

L’arte di Gala nasce dunque dall’osservazione del dato reale ma ciò che ci restituisce non è una rappresentazione oggettuale e conosciuta del mondo, ma piuttosto una visione delle sue qualità inespresse. Da diverso tempo infatti l’occhio degli artisti non è più rivolto al mondo delle forme compiute, ma al mondo delle forme in movimento. Per questa ragione nelle opere di Gala l’immagine non è qualcosa di statico, che rimanda a una realtà esterna oggettiva, ma piuttosto qualcosa che "mostra il suo interno", che cerca di penetrare i misteri del mondo e ci conduce nella sfera delle nostre complessità esistenziali.

Eugenia Delfini

Enej Gala (nato nel 1990 a Lubiana - Slovenia), vive e lavora a Venezia. Nel 2013 consegue la laurea triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzandosi in Pittura. Trascorre un periodo di studi all’estero presso la Williem De Kooning Academy of Fine Arts a Rotterdam. Nel 2015 si laurea al biennio presso la stessa Accademia di Venezia, sempre in Pittura. Partecipa a diverse mostre collettive e personali in Slovenia, Italia, Montenegro, Croazia, Albania, Senegal, Paesi Bassi e Portogallo. Dal 2010 partecipa ai workshop di Disegno e Pittura Atelier F a cura di Carlo di Raco, a Forte Marghera. Nel 2012 vince la borsa di studio della 96ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa. É membro del collettivo Fondazione Malutta. La sua poetica gioca con la narrazione, portandola al limite attraverso la stratificazione dei significati. Analizzando il funzionamento della memoria e il continuo bisogno di metafore per capire, sopportare e vivere il quotidiano, esplora l’incomprensione che si crea tra l’idea e l’immagine. É come rielaborare un’anomalia intrinseca che si manifesta attraverso il continuo bisogno di un immaginario personale, all’interno di ciò, che ci viene proposto in ogni forma di convenzione.

Enej Gala, Prefabrick - Walking with Art Prize 2015

11 febbraio - 20 marzo 2016

Walking with Art – Stonefly Art Prize torna a Milano, nella prestigiosa sede di Viafarini alla Fabbrica del Vapore, presentando la mostra personale di Enej Gala (Slovenia, 1990), l’artista vincitore della sesta edizione del Premio promosso da Stonefly e Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con l’organizzazione per la promozione della ricerca artistica Viafarini.

Walking with Art nasce nel 2010 con l’obiettivo, da parte di Stonefly, di sostenere il mondo della giovane arte contemporanea. Ogni anno i 12 giovani artisti in residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa vengono invitati all’interno dell’azienda dove imparano a conoscere più da vicino il processo creativo che sottende alla produzione industriale per poi reinterpretarlo, ciascuno seguendo la propria attitudine e le tecniche più confacenti.

Dal 2014 Walking with Art oltre ad essere un premio acquisto, è anche un premio produzione. La scelta è stata quella di puntare sulla promozione della fase ideativa delle opere, selezionando poi i progetti migliori, sostenendone la realizzazione e la presentazione finale.
Questo percorso è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’azienda e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia a cui si è aggiunto, nelle ultime due edizioni, il prezioso supporto di Viafarini DOCVA Fabbrica del Vapore.
Considerando infatti la produzione d'impresa come una attività complessa che coinvolge aspetti diversi quali l'organizzazione del lavoro, saperi specifici, una riflessione estetica sui prodotti, la sperimentazione dei materiali, l'artista può trovare in questo contesto un suo spazio di ideazione e produzione situati dove i confini, i limiti, i temi, creano stimoli e insegnano a dare forma alla tensione creativa; se l'impresa si colloca come ente di produzione culturale, l'arte contemporanea con i suoi strumenti e i suoi contenuti può interagire con questa produzione, in un mutuo scambio di messaggi, riferimenti, ribaltamenti dei punti di vista che oggi più che mai necessitano di reciproco arricchimento.

Nella mostra Gala espone l'installazione meccanica Prefabrick (l’opera che ha vinto il Walking with Art – Stonefly Art Prize 2015) accompagnata da una serie di lavori realizzati durante l'anno di residenza che contribuiscono a “raccontare” l’evoluzione artistica di questo giovane talento dell’arte contemporanea. Prefabrick è il lavoro ispirato da “DANCE DANCE DANCE”, tema scelto per questa edizione del premio e tratto dal libro del 1988 del celebre autore giapponese Haruki Murakami. In quest’opera il giovane pittore esprime la necessità dei nativi digitali di confrontarsi con i mezzi tradizionali della pittura, scultura, disegno e installazione in modo innovativo e immaginifico.

Gala riflette sull'ambiguità del “continuare a danzare”, spesso interpretato nella società attuale come una metafora del continuare a produrre e vivere con ritmi frenetici. L’opera, una surreale installazione, rappresenta un corpo stanco, una strana macchina animalesca, potrà essere attivata dall'osservatore, permettendole di muoversi e danzare oppure di fermarsi. Nella mostra l'artista espone l'opera vincitrice del concorso Walking with Art – Stonefly Art Prize 2015 accompagnata da una serie di opere realizzate durante l' anno di residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa.
La ricerca pittorica di Enej Gala, in modo simile a quella di altri pittori formati in tempi recenti all'Accademia di Venezia, è caratterizzata da una lettura ironica della realtà e del dialogo tra antico e moderno, radicamento ed erranza, ambientazione domestica e teatro della natura, umanità e animalità.

L'allestimento per la mostra nello spazio di Viafarini si basa su una sovrabbondanza di segni e significati e l’artista ricorre a tecniche diverse: disegni, pittura e installazioni dialogano con l’architettura industriale della Fabbrica del Vapore e si richiamano vicendevolmente, come variazioni su un unico tema. Le installazioni sono leggibili come addizioni cinetiche della superficie pittorica, la tecnica rimane aperta, sfuggente, sporca come ogni terreno fertile deve essere.

Attraverso la creazione di un grottesco sistema simbolico, il lavoro di Enej Gala presenta una potente carica narrativa in una forma del tutto rarefatta, onirica e priva di alcun elemento di ancoraggio al reale. Le sue opere nascono dalla rielaborazione ludica e ironica di archetipi antichi, ma nascondono un principio di realtà e si pongono in dialogo col futuro. Se infatti il processo di elaborazione di ogni suo lavoro nasce a partire da una suggestione proveniente dalla storia della tradizione, in quanto forma originaria rilevante del nostro mondo interiore, la costruzione di senso generata sarà il punto di partenza per una riflessione sul nostro essere qui ed ora.

In questo senso, fruire della ricerca di Gala significa immergersi in una dimensione liquefatta e stratificata nella quale presenze immaginifiche, esseri fantascientifici, o resti di personificazioni si attraggono e si respingono generando una tensione che si fa manifesta solo dopo uno sguardo attento e approfondito dell’opera. Questo movimento interno al quadro o all’installazione scultorea spinge il fruitore ad adattare più volte il suo punto di vista sull’opera e ad osservare ogni elemento minuziosamente inserito dall’autore per ricostruire la propria lettura d’insieme. Gala, come molti di noi oggi, vive più di un luogo, colleziona suggestioni, leggende e miti, che non sono semplici racconti bensì veri e propri archetipi dei comportamenti umani perché contengono le ansie, i sogni, le aspettative, i bisogni e le sofferenze di quel mondo interiore che potremmo chiamare psicologia del profondo, e ancora raccoglie le tensioni della nostra epoca e si interroga sui paradossi della condizione individuale, investiga i limiti del potenziale umano e riflette sulle forme di autolimitazione che assumiamo quotidianamente senza nemmeno accorgercene. Tutto questo diventa materiale di ricerca che l’autore rielabora con l’uso di linguaggi quali il disegno, la pittura e la scultura, dimostrando particolare attenzione e originalità nei confronti della creazione di nuove simbologie, dell’uso della materia e della costruzione semantica.

L’arte di Gala nasce dunque dall’osservazione del dato reale ma ciò che ci restituisce non è una rappresentazione oggettuale e conosciuta del mondo, ma piuttosto una visione delle sue qualità inespresse. Da diverso tempo infatti l’occhio degli artisti non è più rivolto al mondo delle forme compiute, ma al mondo delle forme in movimento. Per questa ragione nelle opere di Gala l’immagine non è qualcosa di statico, che rimanda a una realtà esterna oggettiva, ma piuttosto qualcosa che "mostra il suo interno", che cerca di penetrare i misteri del mondo e ci conduce nella sfera delle nostre complessità esistenziali.

Eugenia Delfini

Enej Gala (nato nel 1990 a Lubiana - Slovenia), vive e lavora a Venezia. Nel 2013 consegue la laurea triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzandosi in Pittura. Trascorre un periodo di studi all’estero presso la Williem De Kooning Academy of Fine Arts a Rotterdam. Nel 2015 si laurea al biennio presso la stessa Accademia di Venezia, sempre in Pittura. Partecipa a diverse mostre collettive e personali in Slovenia, Italia, Montenegro, Croazia, Albania, Senegal, Paesi Bassi e Portogallo. Dal 2010 partecipa ai workshop di Disegno e Pittura Atelier F a cura di Carlo di Raco, a Forte Marghera. Nel 2012 vince la borsa di studio della 96ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa. É membro del collettivo Fondazione Malutta. La sua poetica gioca con la narrazione, portandola al limite attraverso la stratificazione dei significati. Analizzando il funzionamento della memoria e il continuo bisogno di metafore per capire, sopportare e vivere il quotidiano, esplora l’incomprensione che si crea tra l’idea e l’immagine. É come rielaborare un’anomalia intrinseca che si manifesta attraverso il continuo bisogno di un immaginario personale, all’interno di ciò, che ci viene proposto in ogni forma di convenzione.

Veduta dell'allestimento
Foto di Federica Boffo

Veduta dell'allestimento
Foto di Federica Boffo

Veduta dell'allestimento
Foto di Federica Boffo

Veduta dell'allestimento
Foto di Federica Boffo

Veduta dell'allestimento
Foto di Federica Boffo

Timemarker, 2016
legno, das, colori ad olio
Foto di Federica Boffo

Gli ostacoli sono gli ultimi a stancarsi, 2016
scala di ferro arruginito, das, vinavil, colori ad olio
Foto di Federica Boffo

Timemarker, 2016
legno, das, colori ad olio
Foto: Federica Boffo

Monumento a coloro che ci hanno insegnato tutto, quasi tutto, 2015
olio su tela + 5 guinzagli colorati ad olio ed inzuppati nello zucchero, (dettaglio)
Foto di Giulia Alli

The Cleaners, 2015
das, filo di ferro, cartapesta, insetti, colori ad olio
Foto di Giulia Alli

Ascent of prevention, 2015
legno, poliuretao espanso, stoffe, pelo artificiale, ferro, fili, insetti, colori ad olio, (dettaglio)
Foto di Giulia Alli

Prefabrick, 2015
installazione meccanica, legno, ferro, tessuro, carta, poliuretano espanso, corde, collage, disegno, assemblaggio, (dettaglio)
Foto: Giulia Alli

Prefabrick, 2015
installazione meccanica, (dettaglio)
Foto: Giulia Alli

Performance di Annamaria Ajmone in occasione dell'opening
Foto di Jelena Kostic

Performance di Annamaria Ajmone in occasione dell'opening
Foto di Jelena Kostic

Performance di Annamaria Ajmone in occasione dell'opening
Foto di Jelena Kostic

Performance di Annamaria Ajmone in occasione dell'opening
Foto di Jelena Kostic