Emilija Skarnulyte, Extended Phenotypes

20 dicembre 2016 - 3 febbraio 2017
a cura di Simone Frangi

In risonanza con il public program dedicato alle prospettive teoriche e attiviste di matrice femminista e postumana attivato nella programmazione 2016-2017, Viafarini presenta nei propri spazi alla Fabbrica del Vapore la mostra personale dell’artista lituana Emilija Škarnulytė.

Presentata recentemente alla Biennale di Architettura di Venezia, all’International Rotterdam Film Festival, a Manifesta 10 e alla Biennale di San Paolo, la ricerca di Škarnulytė mette in campo forme poetiche d’indagine audiovisiva della realtà. Dotate di un potenziale di distorsione e inversione, tali indagini producono visioni “attivamente” politiche sull’evento processuale dell’Antropocene, cercando di testare la validità contemporanea di questa chiave di lettura degli equilibri dell’ecosistema terrestre all’epoca della colonizzazione iperbolica della biosfera da parte delle attività umane. I suoi film affondano criticamente lo sguardo nell’interpolazione di diverse strutture biologiche invisibili e nella percezione della temporalità profonda in traumi geografici, processi identitari legati alla materia e avvicendamenti geologici.

Il progetto monografico presentato a Viafarini è un’installazione a tre canali che opera sinteticamente sul materiale visivo e sonoro raccolto da Škarnulytė negli ultimi due anni di ricerca nelle regioni del circolo polare artico e riorientato in dialogo con il filosofo Timothy Morton seguendo la lettura dell’extended phenotype che egli avanzata nel suo libro The Ecological Thought (2012), come alternativa alla retorica dell’Antropocene. Recuperando le teorie darwiniane, Morton suggerisce come l’idea di un “fenotipo espanso” derivi dal fatto che il DNA è in grado di agire a distanza su organismi non prossimi, capitalizzando la funzione di alcuni “veicoli” e la loro capacità di trasferimento di materiale organico. Il genotipo del DNA può dunque esprimersi solo fluidificandosi in un gruppo di variazioni di fenotipi di vita, mobili e nomadi. Basandosi sulle strategie vitali dei parassiti e dei simbionti, che sfruttano l’intimità quasi fusionale con altri corpi come modello di funzionamento biologico, l’idea di fenotipo espanso ci comunica in modo chiaro quanto sia impossibile definire un DNA come “proprio”, come proprietà esclusiva di un’identità organica. In un flusso ibridante di forme di vita, ciò che definivamo come “nostro” è in realtà un importante effetto di “intersezioni di plasmi” e ciò che pensavamo come organismo è invece uno dei molteplici compartimenti della biosfera nei quali circola la materia sottile del DNA.

Con questi presupposti teorici, il lavoro di Emilija Škarnulytė si avvicina a quel un gigante “iper-oggetto” nel quale viviamo e che ci spinge violentemente fuori dalla dimensione safe della relazione tra oggetti manipolabili e soggetti umani. L’Antropocene emerge come una “catastrofe nella catastrofe”, dimensione a scala non umana, che nega all’uomo ogni potere di gestione degli oggetti e rompe le sue fantasie di governo globale su di essi. Iper-oggetti come il clima e la biosfera, presenze ingombranti nella nostra coscienza ecologica, testimoniano come il mondo centrato sull’uomo sia entrato ormai in un processo di dissoluzione dall’interno.

Simone Frangi

*Il testo di Timothy Morton è stato scritto in occasione della mostra personale di Emilija Škarnulytė ØSO LENS presentata al CAC di Vilnius nel 2015.

Emilija Škarnulytė (Vilnius, 1987. Vive e lavora a Tromsø e Berlino). Artista visiva e filmmaker, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e alla Tromsø Academy of Contemporary Art. Il suo lavoro è stato presentato Biennale di Architettura di Venezia (2016); SIART Bolivia International Art Biennial (2016); International Rotterdam Film Festival (2015); Manifesta 10 (2014), Biennale di San Paolo (2014); Festival Hors Pistes – Centre Pompidou (2014); International Short Film Festival Oberhausen (2013). Škarnulytė è fondatrice e direttrice di Polar Film Lab, un laboratorio cinematografico indipendente e non profit a Tromsø; è attualmente artista in residenza a Künstlerhaus Bethanien di Berlino.

Emilija Škarnulytė
Extended Phenotypes

a cura di Simone Frangi
testo di Timothy Morton "You Are Inside a Wormhole: Portraits from within a Convex Mirror" *

con il supporto di Lithuanian Culture Institute

Emilija Skarnulyte, Extended Phenotypes

20 dicembre 2016 - 3 febbraio 2017
a cura di Simone Frangi

In risonanza con il public program dedicato alle prospettive teoriche e attiviste di matrice femminista e postumana attivato nella programmazione 2016-2017, Viafarini presenta nei propri spazi alla Fabbrica del Vapore la mostra personale dell’artista lituana Emilija Škarnulytė.

Presentata recentemente alla Biennale di Architettura di Venezia, all’International Rotterdam Film Festival, a Manifesta 10 e alla Biennale di San Paolo, la ricerca di Škarnulytė mette in campo forme poetiche d’indagine audiovisiva della realtà. Dotate di un potenziale di distorsione e inversione, tali indagini producono visioni “attivamente” politiche sull’evento processuale dell’Antropocene, cercando di testare la validità contemporanea di questa chiave di lettura degli equilibri dell’ecosistema terrestre all’epoca della colonizzazione iperbolica della biosfera da parte delle attività umane. I suoi film affondano criticamente lo sguardo nell’interpolazione di diverse strutture biologiche invisibili e nella percezione della temporalità profonda in traumi geografici, processi identitari legati alla materia e avvicendamenti geologici.

Il progetto monografico presentato a Viafarini è un’installazione a tre canali che opera sinteticamente sul materiale visivo e sonoro raccolto da Škarnulytė negli ultimi due anni di ricerca nelle regioni del circolo polare artico e riorientato in dialogo con il filosofo Timothy Morton seguendo la lettura dell’extended phenotype che egli avanzata nel suo libro The Ecological Thought (2012), come alternativa alla retorica dell’Antropocene. Recuperando le teorie darwiniane, Morton suggerisce come l’idea di un “fenotipo espanso” derivi dal fatto che il DNA è in grado di agire a distanza su organismi non prossimi, capitalizzando la funzione di alcuni “veicoli” e la loro capacità di trasferimento di materiale organico. Il genotipo del DNA può dunque esprimersi solo fluidificandosi in un gruppo di variazioni di fenotipi di vita, mobili e nomadi. Basandosi sulle strategie vitali dei parassiti e dei simbionti, che sfruttano l’intimità quasi fusionale con altri corpi come modello di funzionamento biologico, l’idea di fenotipo espanso ci comunica in modo chiaro quanto sia impossibile definire un DNA come “proprio”, come proprietà esclusiva di un’identità organica. In un flusso ibridante di forme di vita, ciò che definivamo come “nostro” è in realtà un importante effetto di “intersezioni di plasmi” e ciò che pensavamo come organismo è invece uno dei molteplici compartimenti della biosfera nei quali circola la materia sottile del DNA.

Con questi presupposti teorici, il lavoro di Emilija Škarnulytė si avvicina a quel un gigante “iper-oggetto” nel quale viviamo e che ci spinge violentemente fuori dalla dimensione safe della relazione tra oggetti manipolabili e soggetti umani. L’Antropocene emerge come una “catastrofe nella catastrofe”, dimensione a scala non umana, che nega all’uomo ogni potere di gestione degli oggetti e rompe le sue fantasie di governo globale su di essi. Iper-oggetti come il clima e la biosfera, presenze ingombranti nella nostra coscienza ecologica, testimoniano come il mondo centrato sull’uomo sia entrato ormai in un processo di dissoluzione dall’interno.

Simone Frangi

*Il testo di Timothy Morton è stato scritto in occasione della mostra personale di Emilija Škarnulytė ØSO LENS presentata al CAC di Vilnius nel 2015.

Emilija Škarnulytė (Vilnius, 1987. Vive e lavora a Tromsø e Berlino). Artista visiva e filmmaker, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e alla Tromsø Academy of Contemporary Art. Il suo lavoro è stato presentato Biennale di Architettura di Venezia (2016); SIART Bolivia International Art Biennial (2016); International Rotterdam Film Festival (2015); Manifesta 10 (2014), Biennale di San Paolo (2014); Festival Hors Pistes – Centre Pompidou (2014); International Short Film Festival Oberhausen (2013). Škarnulytė è fondatrice e direttrice di Polar Film Lab, un laboratorio cinematografico indipendente e non profit a Tromsø; è attualmente artista in residenza a Künstlerhaus Bethanien di Berlino.

Emilija Škarnulytė
Extended Phenotypes

a cura di Simone Frangi
testo di Timothy Morton "You Are Inside a Wormhole: Portraits from within a Convex Mirror" *

con il supporto di Lithuanian Culture Institute

Emilija Škarnulytė, Main Prize winner of the Future Generation Art Prize 2019
PinchukArtCentre
Emilija Škarnulytė, Qso Lens
The Good Neighbour