Valentin Carron, Luisant de sueur et de briantine

20 settembre - 25 ottobre 2008
a cura di Milovan Farronato

Sabato 20 settembre Viafarini inaugura una mostra personale dell'artista svizzero Valentin Carron nelle due sedi di Viafarini DOCVA, alla Fabbrica del Vapore e di VIR Viafarini-in-residence, presso la sede storica di via Farini 35. La mostra apre in occasione di STARTMILANO alle ore 18.00 presso VIR Viafarini-in-residence e alle ore 19.00 presso Viafarini DOCVA, dove seguirà rinfresco.

Valentin Carron (nato a Martigny, nel 1977 dove vive e lavora) focalizza la sua ricerca sul concetto di heimat, termine tedesco la cui più forte caratterizzazione può essere approssimativamente resa in italiano con la perifrasi “terra d’origine”, intesa sia come luogo di provenienza che come contesto d’appartenenza. All’immagine del cittadino del mondo che sa relazionarsi a culture diverse e sa incorporare coscientemente riferimenti disparati, Carron preferisce l’immagine dell’uomo empaticamente legato alle proprie tradizioni, visceralmente radicato nel “villaggio” in cui ha avuto i natali la sua storia.

L’artista girovaga intorno al suo “paesaggio” emozionale, esperienziale e visivo per definire un perimetro circoscritto che parli di lui, della sua terra e al contempo di ciò che gli sta intorno. La metafora forse più calzante è quella offerta da Ludwig Wittgenstein che nel tentativo di definire un campo del sapere molto specifico lo paragona a un’isola di cui misurare, centimetro per centimetro, il perimetro; per poi accorgersi, in conclusione, di aver solo profilato il bordo di ciò che gli gira intorno.

Questo senso di rassegnazione di fronte all’oceano dell’infinito in cui deborda ogni tentativo umano di definizione è la temperatura emotiva che domina anche il lavoro di Carron, originario della Valais, luogo di montagne e vallate agresti, coltivazione di vino, baite, isolamento… romanticismo… porticati e periferie.

Un paesaggio emozionale declinato in Viafarini in due ambienti distinti e complementari, come due facce di una stessa medaglia. Da un lato (nella sede storica di Viafarini) i residui della colonizzazione romana trattenute in poderose colonne tortili che si susseguono profilando l’illusione di una prospettiva barocca, picee e imponenti.

A loro il contraltare di inferiate che definiscono e chiudono finestre inesistenti. D’ispirazione liberty, eclettiche per natura, quasi provenissero dal migliore museo d’Art Brut, ma omologate dalla stessa tinta cromatica. Dall’altra parte (nella nuova sede presso il Docva) un orizzonte visivo composto dallo stesso simbolo ripetuto in otto esemplari identici, ma variati ciascuno dalle tinte bicolori che li caratterizzano. E alla monumentalità delle colonne precedenti, un'unica scultura, calco di un tronco polimorfo levigato dal tempo e dall’acqua del fiume, abbandonata sul pavimento. Astante forma senza effigie a contemplare il simbolo principe della cultura occidentale.

Con il contributo di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Pro Helvetia, Istituto Svizzero di Roma - Centro Culturale Svizzero di Milano, Gemmo.

Valentin Carron, Luisant de sueur et de briantine

20 settembre - 25 ottobre 2008
a cura di Milovan Farronato

Sabato 20 settembre Viafarini inaugura una mostra personale dell'artista svizzero Valentin Carron nelle due sedi di Viafarini DOCVA, alla Fabbrica del Vapore e di VIR Viafarini-in-residence, presso la sede storica di via Farini 35. La mostra apre in occasione di STARTMILANO alle ore 18.00 presso VIR Viafarini-in-residence e alle ore 19.00 presso Viafarini DOCVA, dove seguirà rinfresco.

Valentin Carron (nato a Martigny, nel 1977 dove vive e lavora) focalizza la sua ricerca sul concetto di heimat, termine tedesco la cui più forte caratterizzazione può essere approssimativamente resa in italiano con la perifrasi “terra d’origine”, intesa sia come luogo di provenienza che come contesto d’appartenenza. All’immagine del cittadino del mondo che sa relazionarsi a culture diverse e sa incorporare coscientemente riferimenti disparati, Carron preferisce l’immagine dell’uomo empaticamente legato alle proprie tradizioni, visceralmente radicato nel “villaggio” in cui ha avuto i natali la sua storia.

L’artista girovaga intorno al suo “paesaggio” emozionale, esperienziale e visivo per definire un perimetro circoscritto che parli di lui, della sua terra e al contempo di ciò che gli sta intorno. La metafora forse più calzante è quella offerta da Ludwig Wittgenstein che nel tentativo di definire un campo del sapere molto specifico lo paragona a un’isola di cui misurare, centimetro per centimetro, il perimetro; per poi accorgersi, in conclusione, di aver solo profilato il bordo di ciò che gli gira intorno.

Questo senso di rassegnazione di fronte all’oceano dell’infinito in cui deborda ogni tentativo umano di definizione è la temperatura emotiva che domina anche il lavoro di Carron, originario della Valais, luogo di montagne e vallate agresti, coltivazione di vino, baite, isolamento… romanticismo… porticati e periferie.

Un paesaggio emozionale declinato in Viafarini in due ambienti distinti e complementari, come due facce di una stessa medaglia. Da un lato (nella sede storica di Viafarini) i residui della colonizzazione romana trattenute in poderose colonne tortili che si susseguono profilando l’illusione di una prospettiva barocca, picee e imponenti.

A loro il contraltare di inferiate che definiscono e chiudono finestre inesistenti. D’ispirazione liberty, eclettiche per natura, quasi provenissero dal migliore museo d’Art Brut, ma omologate dalla stessa tinta cromatica. Dall’altra parte (nella nuova sede presso il Docva) un orizzonte visivo composto dallo stesso simbolo ripetuto in otto esemplari identici, ma variati ciascuno dalle tinte bicolori che li caratterizzano. E alla monumentalità delle colonne precedenti, un'unica scultura, calco di un tronco polimorfo levigato dal tempo e dall’acqua del fiume, abbandonata sul pavimento. Astante forma senza effigie a contemplare il simbolo principe della cultura occidentale.

Con il contributo di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Pro Helvetia, Istituto Svizzero di Roma - Centro Culturale Svizzero di Milano, Gemmo.

Veduta dell'installazione a Viafarini DOCVA.
da sinistra: Du sable et de l'argile, Les cris déments et les galanteries, De vin et de boue,
La fantasque et le radieux
2008, polistirolo, vetroresina, resina epossilica.
Foto di Zeno Zotti.

Villa Flora, 2008, alluminio, legno.
Foto di Zeno Zotti.

Du sable et de l'argile, polistirolo, fibra di vetro, resina, acrilico, 172 x 115 x 17 cm.

Veduta dell'installazione a VIR Viafarini-in-residence.
Not titled yet (Säule), 2008, polistirolo, resina, acrilico
Foto di Zeno Zotti.

Rellik, exhibition view at Eva Presenhuber Gallery, Zurich, 2005.

Déchéance, élégance, déhanchement, Exhibition view at Swiss Institute, New York, 2006.

Valentin Carron and Mai-Thu Perret, Solid Objects, 2006, installation view at Chisenhale Gallery, London.

Exhibition view at Centre culturel Suisse, Paris, 2008.

Installation view Valentin Carron, Kunsthalle Zurich, 2017.
Foto di Stefan Altenburger.

Installation view Valentin Carron, Kunsthalle Zurich, 2017.
Foto di Stefan Altenburger.

Installation view Valentin Carron, Kunsthalle Zurich, 2017.
Foto di Stefan Altenburger.