Quiet Collision: Pratica corrente - Stile australiano, Charles Anderson, Damiano Bertoli, Marco Fusinato, Simone LeAmon, Elizabeth Pulie e Michael Zavros

6 - 29 novembre 2003


Quiet Collision: Current Practice/Australian Style è un progetto di scambio culturale avviato da sei artisti contemporanei australiani, attualmente oggetto di particolare interesse di pubblico e di critica nel loro paese: Charles Anderson, Damiano Bertoli, Marco Fusinato, Simone LeAmon, Elizabeth Pulie e Michael Zavros. Partecipano a questo progetto anche i critici australiani Alison Kubler e Stuart Koop, e i critici Roberto Pinto e Cristina Morozzi che operano a Milano.

Quiet Collision ha riunito artisti e scrittori in uno scambio di idee incentrato sulle attività curatoriali creative, di collaborazione artistica e di scambio culturale. Dopo un anno il progetto culminerà in una mostra presso gli Spazi di Viafarini e Careof a Milano nel mese di novembre 2003. Parallelamente all'esposizione di opere nelle gallerie, grazie alla collaborazione ed all’impegno di Roberto Pinto, Cristina Morozzi e degli artisti stessi, ci saranno svariati avvenimenti ed opere d’arte disseminati nella città di Milano. Lo scopo sarà quello di identificare le sinergie tra gli artisti per posizionarle in spazi che facilitino un possibile futuro di ulteriore dialogo e collaborazione.
Tutti gli artisti australiani che partecipano a Quiet Collision condividono esperienze di vita e di lavoro a Milano. Molti di loro sono stati ospiti del Viafarini Residence finanziato dall’Australia Council for the Arts, e tutti sono impegnati a promuovere un dialogo inter-culturale ed interdisciplinare.
Quiet Collision riconosce le singolari condizioni culturali e ideologiche in cui si trovano gli artisti australiani e italiani, e la sua idea curatoriale intende enfatizzare queste condizioni, nonché esplorare ed identificarne le differenze e le similarità.

Elizabeth Pulie e Michael Zavros rielaborano diversi aspetti della cultura visiva italiana con il mezzo tradizionale della pittura: mentre l'una, con un approccio più legato alla grafica, riprende particolari ornamentali di monumenti, l'altro rappresenta con forte realismo interni di palazzi rinascimentali e barocchi, nonché dettagli presi dall'immaginario della moda, espressione più attuale della creatività.

I lavori di Damiano Bertoli e di Simone LeAmon sono invece legati al mondo del design, di cui Milano, la città che li ha ospitati, è considerata una capitale a livello internazionale. Bertoli, nelle cui installazioni la luce ha da sempre un ruolo fondamentale, presenta un imponente lampadario di lustri stilizzato, interamente realizzato in cartone: una combinazione di classicità e modernismo, in cui coesistono idee apparentemente in contrasto. Simone LeAmon è interessata sia alla produzione, sia all'utilizzo o all'"inutilizzo" degli oggetti e sviluppa quindi progetti che mirano ad interfacciarsi con il mercato e l'industria. Allo spazio Viafarini espone il prototipo di un casco, parte di un'intera tenuta da motociclista, ispirata a "la moto" italiana: la Ducati.

Le installazioni di Charles Anderson analizzano le strutture spazio-temporali che caratterizzano i sistemi culturali, come ad esempio gli spazi urbani. In occasione di questa mostra, l'artista realizza degli oggetti in resina che rappresentano gli spazi da lui vissuti nella città di Milano.
Infine, Marco Fusinato, artista interessato alla contaminazione tra arti visive e musica, da tempo sta portando avanti un progetto di collaborazione con Thurston Moore (Sonic Youth). Il suo intervento in Viafarini prevede la presentazione di alcune tra le sue ultime "edizioni discografiche", anche con l'intervento live di un dj.
Negli spazi di Care of sono in mostra alcuni video dei sei artisti partecipanti.
Idea curatoriale – la ‘collisione silenziosa‘
Quiet Collision si pone l’obiettivo di introdurre i più ampi interessi artistici, formali e concettuali dei sei artisti partecipanti attraverso la presentazione e la discussione della loro opera sullo sfondo dei concetti di ordine categorico, di struttura disciplinare e di ibridità.
Quiet Collision esamina i metodi con cui i sei artisti australiani individuano e realizzano alcuni dei concetti dominanti e globali della ‘pratica artistica’. Sebbene ognuno dei sei artisti segua percorsi artistici diversi e si distingua per il proprio modo di esecuzione e di manifestazione, tutti sembrano essere coinvolti nella comune esplorazione dell’interdisciplinarietà. Qui, la pratica australiana non viene semplicemente rappresentata o definita attraverso una serie di caratteristiche uniche, ma appare e viene comunicata principalmente in rapporto al contenuto e alla modalità utilizzata per esprimerla.

Molti degli artisti coinvolti in questo progetto utilizzano pratiche in cui coesistono simultaneamente l’ordine e le conoscenze provenienti da molte altre discipline. Una ‘collisione silenziosa’ con uno dei molti campi della pratica del design può fornire tali impeti alla forza iniziale che la struttura stessa si può trasformare. Le modalità di pratica che navigano topologicamente la struttura disciplinare sono abituate a produrre materiale ‘strano’ – produzione che viene spesso giudicata come fresca, lucida o semplicemente provocatoria. Similmente, le avventure di collaborazione insidiano l’importanza che il modernismo attribuisce alla paternità delle opere, e alla delineazione dei ruoli in rapporto all’input/output. La ‘forma’ di queste collisioni, sebbene costantemente presenti in tutta la storia dell’arte, continuano ad essere una sfida al giorno d’oggi.

Ognuno degli artisti australiani partecipanti a questo progetto ha orientato la propria pratica verso e sul percorso della ‘collisione silenziosa’. Per gli artisti Charles Anderson e Simone LeAmon l’”impatto” ha generato preoccupazioni parallele riguardo la pratica e l’aspetto dei metodi del design, mentre Damiano Bertoli e Michael Zavros concentrano l'attenzione sulla struttura stessa, attraverso l’analisi, il rifacimento e la riproduzione di oggetti da interno, eventi ed immagini. Marco Fusinato forma la plastica per analizzare i limiti esecutivi di determinati momenti e suoni, mentre Elizabeth Pulie manipola l’etimologia dei modelli in relazione al patrimonio culturale e alla storia dell’arte e del design: entrambi giocano con le costruzioni teoriche esistenti. Insieme, questi singoli artisti realizzano opere che coinvolgono il più ampio dialogo sull’arte contemporanea australiana. La loro ‘collisione’ prefigura un’estensione delle retoriche esistenti e l’articolazione di un nuovo linguaggio artistico di rilevanza per un pubblico internazionale. Per tutti i partecipanti, il fondamento curatoriale ha rappresentato un punto di riferimento che va oltre l’ovvio (in quanto tutti hanno condiviso l’esperienza milanese) e ha creato un forum significativo in vista di un futuro di collaborazione.

Un progetto promosso da Arts Victoria - Fondo per i Programmi e gli Scambi Culturali Internazionali e Australia Council for the Arts.
Con il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre.

Contributi teorici di Alison Kubler, Stuart Koop e Roberto Pinto; coordinamento n+1 equals.

"Mihovil ha allestito un numero impressionante di mostre a Viafarini, gestendo con molta pazienza i rapporti con artisti e curatori. Da quando tuttavia l’attività si è rivolta alla produzione in residenza, anziché all’installazione di un progetto, Mihovil ha sofferto. Sostiene di fare il baby sitter agli artisti, e la cosa non mi convince".

Patrizia Brusarosco

"Simone LeAmon era una giovane designer australiana molto intraprendente, che frequentava il Salone del Mobile a Milano ed era determinata ad allacciare un ponte con il suo continente. Fece la proposta di portare a Viafarini alcuni artisti che riteneva interessanti, e Viafarini accettò, forte dei sui trascorsi nella versione ospitato per tredici anni l’Australia Council Studio. E infatti Simone Fusinato era pure stato precedentemente in residenza a Viafarini.
In seguito alla mostra, per un po’ di tempo Simone tenne contatti costanti con Viafarini, trasferendosi a un certo punto a New York".

Patrizia Brusarosco

Veduta dell'installazione.

Quiet Collision: Pratica corrente - Stile australiano, Charles Anderson, Damiano Bertoli, Marco Fusinato, Simone LeAmon, Elizabeth Pulie e Michael Zavros

6 - 29 novembre 2003


Quiet Collision: Current Practice/Australian Style è un progetto di scambio culturale avviato da sei artisti contemporanei australiani, attualmente oggetto di particolare interesse di pubblico e di critica nel loro paese: Charles Anderson, Damiano Bertoli, Marco Fusinato, Simone LeAmon, Elizabeth Pulie e Michael Zavros. Partecipano a questo progetto anche i critici australiani Alison Kubler e Stuart Koop, e i critici Roberto Pinto e Cristina Morozzi che operano a Milano.

Quiet Collision ha riunito artisti e scrittori in uno scambio di idee incentrato sulle attività curatoriali creative, di collaborazione artistica e di scambio culturale. Dopo un anno il progetto culminerà in una mostra presso gli Spazi di Viafarini e Careof a Milano nel mese di novembre 2003. Parallelamente all'esposizione di opere nelle gallerie, grazie alla collaborazione ed all’impegno di Roberto Pinto, Cristina Morozzi e degli artisti stessi, ci saranno svariati avvenimenti ed opere d’arte disseminati nella città di Milano. Lo scopo sarà quello di identificare le sinergie tra gli artisti per posizionarle in spazi che facilitino un possibile futuro di ulteriore dialogo e collaborazione.
Tutti gli artisti australiani che partecipano a Quiet Collision condividono esperienze di vita e di lavoro a Milano. Molti di loro sono stati ospiti del Viafarini Residence finanziato dall’Australia Council for the Arts, e tutti sono impegnati a promuovere un dialogo inter-culturale ed interdisciplinare.
Quiet Collision riconosce le singolari condizioni culturali e ideologiche in cui si trovano gli artisti australiani e italiani, e la sua idea curatoriale intende enfatizzare queste condizioni, nonché esplorare ed identificarne le differenze e le similarità.

Elizabeth Pulie e Michael Zavros rielaborano diversi aspetti della cultura visiva italiana con il mezzo tradizionale della pittura: mentre l'una, con un approccio più legato alla grafica, riprende particolari ornamentali di monumenti, l'altro rappresenta con forte realismo interni di palazzi rinascimentali e barocchi, nonché dettagli presi dall'immaginario della moda, espressione più attuale della creatività.

I lavori di Damiano Bertoli e di Simone LeAmon sono invece legati al mondo del design, di cui Milano, la città che li ha ospitati, è considerata una capitale a livello internazionale. Bertoli, nelle cui installazioni la luce ha da sempre un ruolo fondamentale, presenta un imponente lampadario di lustri stilizzato, interamente realizzato in cartone: una combinazione di classicità e modernismo, in cui coesistono idee apparentemente in contrasto. Simone LeAmon è interessata sia alla produzione, sia all'utilizzo o all'"inutilizzo" degli oggetti e sviluppa quindi progetti che mirano ad interfacciarsi con il mercato e l'industria. Allo spazio Viafarini espone il prototipo di un casco, parte di un'intera tenuta da motociclista, ispirata a "la moto" italiana: la Ducati.

Le installazioni di Charles Anderson analizzano le strutture spazio-temporali che caratterizzano i sistemi culturali, come ad esempio gli spazi urbani. In occasione di questa mostra, l'artista realizza degli oggetti in resina che rappresentano gli spazi da lui vissuti nella città di Milano.
Infine, Marco Fusinato, artista interessato alla contaminazione tra arti visive e musica, da tempo sta portando avanti un progetto di collaborazione con Thurston Moore (Sonic Youth). Il suo intervento in Viafarini prevede la presentazione di alcune tra le sue ultime "edizioni discografiche", anche con l'intervento live di un dj.
Negli spazi di Care of sono in mostra alcuni video dei sei artisti partecipanti.
Idea curatoriale – la ‘collisione silenziosa‘
Quiet Collision si pone l’obiettivo di introdurre i più ampi interessi artistici, formali e concettuali dei sei artisti partecipanti attraverso la presentazione e la discussione della loro opera sullo sfondo dei concetti di ordine categorico, di struttura disciplinare e di ibridità.
Quiet Collision esamina i metodi con cui i sei artisti australiani individuano e realizzano alcuni dei concetti dominanti e globali della ‘pratica artistica’. Sebbene ognuno dei sei artisti segua percorsi artistici diversi e si distingua per il proprio modo di esecuzione e di manifestazione, tutti sembrano essere coinvolti nella comune esplorazione dell’interdisciplinarietà. Qui, la pratica australiana non viene semplicemente rappresentata o definita attraverso una serie di caratteristiche uniche, ma appare e viene comunicata principalmente in rapporto al contenuto e alla modalità utilizzata per esprimerla.

Molti degli artisti coinvolti in questo progetto utilizzano pratiche in cui coesistono simultaneamente l’ordine e le conoscenze provenienti da molte altre discipline. Una ‘collisione silenziosa’ con uno dei molti campi della pratica del design può fornire tali impeti alla forza iniziale che la struttura stessa si può trasformare. Le modalità di pratica che navigano topologicamente la struttura disciplinare sono abituate a produrre materiale ‘strano’ – produzione che viene spesso giudicata come fresca, lucida o semplicemente provocatoria. Similmente, le avventure di collaborazione insidiano l’importanza che il modernismo attribuisce alla paternità delle opere, e alla delineazione dei ruoli in rapporto all’input/output. La ‘forma’ di queste collisioni, sebbene costantemente presenti in tutta la storia dell’arte, continuano ad essere una sfida al giorno d’oggi.

Ognuno degli artisti australiani partecipanti a questo progetto ha orientato la propria pratica verso e sul percorso della ‘collisione silenziosa’. Per gli artisti Charles Anderson e Simone LeAmon l’”impatto” ha generato preoccupazioni parallele riguardo la pratica e l’aspetto dei metodi del design, mentre Damiano Bertoli e Michael Zavros concentrano l'attenzione sulla struttura stessa, attraverso l’analisi, il rifacimento e la riproduzione di oggetti da interno, eventi ed immagini. Marco Fusinato forma la plastica per analizzare i limiti esecutivi di determinati momenti e suoni, mentre Elizabeth Pulie manipola l’etimologia dei modelli in relazione al patrimonio culturale e alla storia dell’arte e del design: entrambi giocano con le costruzioni teoriche esistenti. Insieme, questi singoli artisti realizzano opere che coinvolgono il più ampio dialogo sull’arte contemporanea australiana. La loro ‘collisione’ prefigura un’estensione delle retoriche esistenti e l’articolazione di un nuovo linguaggio artistico di rilevanza per un pubblico internazionale. Per tutti i partecipanti, il fondamento curatoriale ha rappresentato un punto di riferimento che va oltre l’ovvio (in quanto tutti hanno condiviso l’esperienza milanese) e ha creato un forum significativo in vista di un futuro di collaborazione.

Un progetto promosso da Arts Victoria - Fondo per i Programmi e gli Scambi Culturali Internazionali e Australia Council for the Arts.
Con il contributo del Comune di Milano - Cultura e Musei, Settore Musei e Mostre.

Contributi teorici di Alison Kubler, Stuart Koop e Roberto Pinto; coordinamento n+1 equals.

"Mihovil ha allestito un numero impressionante di mostre a Viafarini, gestendo con molta pazienza i rapporti con artisti e curatori. Da quando tuttavia l’attività si è rivolta alla produzione in residenza, anziché all’installazione di un progetto, Mihovil ha sofferto. Sostiene di fare il baby sitter agli artisti, e la cosa non mi convince".

Patrizia Brusarosco

"Simone LeAmon era una giovane designer australiana molto intraprendente, che frequentava il Salone del Mobile a Milano ed era determinata ad allacciare un ponte con il suo continente. Fece la proposta di portare a Viafarini alcuni artisti che riteneva interessanti, e Viafarini accettò, forte dei sui trascorsi nella versione ospitato per tredici anni l’Australia Council Studio. E infatti Simone Fusinato era pure stato precedentemente in residenza a Viafarini.
In seguito alla mostra, per un po’ di tempo Simone tenne contatti costanti con Viafarini, trasferendosi a un certo punto a New York".

Patrizia Brusarosco

Simone LeAmon e il lampadario di Damiano Bertoli.

Charles Anderson e Simone LeAmon (in fondo).

Marco Fusinato (sx) e Michael Zavros (dx).

Michael Zavros ed Elizabeth Pulie (in fondo a sx).

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Simone LeAmon.

Marco Fusinato.

Charles Anderson.

Charles Anderson.

Charles Anderson.

Michael Zavros, olio su tavola.

Michael Zavros, olio su tavola.

Michael Zavros, olio su tavola.

Michael Zavros, olio su tavola.