Martin Creed, Tania Kovats, Gillian Wearing, Fuori Fase

12 gennaio - 4 febbraio 1995
a cura di Angela Vettese

"Ossessioni e fobie personali, collettive e sociali. I tre artisti scelti per questa rassegna, che illustrano a titolo esemplificativo l’effervescente situazione artistica inglese, testimoniano con il loro lavoro non soltanto una situazione locale, ma anche uno stato d’animo più vasto delle giovani generazioni urbane.

Martin Creed, scozzese, è nato a Wakefield nel 1966 e ha studiato tra Glasgow e Londra. Le sue opere affrontano in generale il problema della regola, del ritmo, di una crescita proliferante e incontrollata retta però da un metodo inflessibile. Così era per i cubetti di cerotto, ottenuti sovrapponendo il materiale in numerosi strati e collocati sulle pareti di un luogo tutti alla stessa altezza, tutti secondo un progetto che tiene conto delle caratteristiche del luogo e non ne risparmia alcun anfratto: il risultato è quello di protuberanze quasi vegetali, funghi, parassiti, imperfezioni perfette e inquietanti dei muri. Analogamente in Viafarini l’artista espone una serie di metronomi che segnano il tempo e lo spazio, sfasati tra di loro nel ritmo, ma tutti rispondenti a una regola niente affatto casuale: la ricerca ossessiva di una norma può portare a risultati anomali.

Tania Kovats è nata a Brighton, nel Sussex, nel 1966. Le prime opere mature, tutte degli anni novanta, testimoniano una ossessione morbosa ai fenomeni religiosi e soprattutto alla figura della Madonna, presentata in disegni secondo l’immaginario kitsch, presentata sotto forma di statuetta irriverentemente chiusa dentro un preservativo, grande assente ma attesa in una grotta per pastorelle visionarie. L’artista oscilla tra la più vera tensione al trascendente, testimoniata per esempio nelle varie installazioni luminose in cui soltanto un bianco primordiale colpiva l’occhio dell’osservatore, e la versione popolare di ogni forma di devozione.

Gillian Wearing, nata a Birmingham nel 1963, ha orientato la propria ricerca su di un piano più decisamente sociologico. Ha per esempio chiesto a oltre quattrocento persone di farsi fotografare con un cartello in mano, sul quale ognuno aveva scritto un pensiero personale estemporaneo. Un’altra serie di lavori l’ha vista protagonista di appuntamenti pericolosi ma anche teneri con dei travestiti, nel cui letto si è autofotografata, convincendoli a prenderla tra le lenzuola e a mostrarsi nel loro lato più domestico. L’ultimo lavoro è un video che testimonia la vita dei giovani amanti del rock, coinvolti con questa musica fino al punto da farne il centro pulsante della propria esistenza.

Nei tre casi troviamo componenti diverse più o meno orientate a colpire emotivamente il pubblico, ma accomunate da un continuo oscillare tra l’espressione soggettiva di giovani affamati di sicurezze e l’oggettivo rivelamento di un terreno malcerto, accidentato, complesso come una metropoli multietnica.

In collaborazione con Comune di Milano, Progetto Giovani e con The British Council, si ringrazia SHARP e Bosoni".

Angela Vettese

“Io e Angela Vettese riuscimmo a farci approvare dal British Council una ricognizione nel panorama inglese al fine di organizzare delle mostre a Viafarini. Partimmo alla volta di Londra con un pacchetto viaggio al risparmio, con pessimo albergo, organizzato da me. Ma non lesinammo nel the: dopo una serie di incontri con critici e galleristi, guidati anche da Iwona Blazwick (che in seguito sarebbe diventata direttrice della Whitechapel Gallery), scegliemmo la più elegante sala da the in Trafalgar Square come nostro quartier generale dove far approdare gli artisti per un colloquio. Spendemmo in pasticcini quanto risparmiammo in taxi, ma ci fu tutto il tempo di incontrare molti dei giovani emergenti di allora a Londra”.

Patrizia Brusarosco

"Martin Creed si sarebbe dimostrato non solo l’artista più di successo, ma anche il piu generoso, due circostanze che viaggiano spesso assieme.
Martin regalò a Viafarini le sue interessanti edizioni e si conquistò così un'ospitalità nell’appartamento al primo piano che era stato appena acquistato e che Martin Creed inaugurò come residenza, anche se rischiò di morire soffocato dai fumi della stufa a gas.
L’appartamento poi subì diverse fasi di “restauro” e fu abitazione di Salvatore Falci e studio dell'Australian Council. Quando alla fine fu davvero ristrutturato come residenza, fu inaugurato da Cesare Pietroiusti e Carolyn Christof Bakargiev che rischiarono non per la stufa, bensì per la balaustra del soppalco-letto che non era stata ancora montata".

Patrizia Brusarosco

"L’installazione di Martin Creed, appassionato musicista, faceva uso di 39 metronomi - imprestati dal negozio di musica Bosoni - che andavano ciascuno a una diversa velocità, creando un effetto sonoro dissonante e sorprendente nello spazio, che ha un’eco tutta particolare".

Patrizia Brusarosco

Martin Creed, Tania Kovats, Gillian Wearing, Fuori Fase

12 gennaio - 4 febbraio 1995
a cura di Angela Vettese

"Ossessioni e fobie personali, collettive e sociali. I tre artisti scelti per questa rassegna, che illustrano a titolo esemplificativo l’effervescente situazione artistica inglese, testimoniano con il loro lavoro non soltanto una situazione locale, ma anche uno stato d’animo più vasto delle giovani generazioni urbane.

Martin Creed, scozzese, è nato a Wakefield nel 1966 e ha studiato tra Glasgow e Londra. Le sue opere affrontano in generale il problema della regola, del ritmo, di una crescita proliferante e incontrollata retta però da un metodo inflessibile. Così era per i cubetti di cerotto, ottenuti sovrapponendo il materiale in numerosi strati e collocati sulle pareti di un luogo tutti alla stessa altezza, tutti secondo un progetto che tiene conto delle caratteristiche del luogo e non ne risparmia alcun anfratto: il risultato è quello di protuberanze quasi vegetali, funghi, parassiti, imperfezioni perfette e inquietanti dei muri. Analogamente in Viafarini l’artista espone una serie di metronomi che segnano il tempo e lo spazio, sfasati tra di loro nel ritmo, ma tutti rispondenti a una regola niente affatto casuale: la ricerca ossessiva di una norma può portare a risultati anomali.

Tania Kovats è nata a Brighton, nel Sussex, nel 1966. Le prime opere mature, tutte degli anni novanta, testimoniano una ossessione morbosa ai fenomeni religiosi e soprattutto alla figura della Madonna, presentata in disegni secondo l’immaginario kitsch, presentata sotto forma di statuetta irriverentemente chiusa dentro un preservativo, grande assente ma attesa in una grotta per pastorelle visionarie. L’artista oscilla tra la più vera tensione al trascendente, testimoniata per esempio nelle varie installazioni luminose in cui soltanto un bianco primordiale colpiva l’occhio dell’osservatore, e la versione popolare di ogni forma di devozione.

Gillian Wearing, nata a Birmingham nel 1963, ha orientato la propria ricerca su di un piano più decisamente sociologico. Ha per esempio chiesto a oltre quattrocento persone di farsi fotografare con un cartello in mano, sul quale ognuno aveva scritto un pensiero personale estemporaneo. Un’altra serie di lavori l’ha vista protagonista di appuntamenti pericolosi ma anche teneri con dei travestiti, nel cui letto si è autofotografata, convincendoli a prenderla tra le lenzuola e a mostrarsi nel loro lato più domestico. L’ultimo lavoro è un video che testimonia la vita dei giovani amanti del rock, coinvolti con questa musica fino al punto da farne il centro pulsante della propria esistenza.

Nei tre casi troviamo componenti diverse più o meno orientate a colpire emotivamente il pubblico, ma accomunate da un continuo oscillare tra l’espressione soggettiva di giovani affamati di sicurezze e l’oggettivo rivelamento di un terreno malcerto, accidentato, complesso come una metropoli multietnica.

In collaborazione con Comune di Milano, Progetto Giovani e con The British Council, si ringrazia SHARP e Bosoni".

Angela Vettese

“Io e Angela Vettese riuscimmo a farci approvare dal British Council una ricognizione nel panorama inglese al fine di organizzare delle mostre a Viafarini. Partimmo alla volta di Londra con un pacchetto viaggio al risparmio, con pessimo albergo, organizzato da me. Ma non lesinammo nel the: dopo una serie di incontri con critici e galleristi, guidati anche da Iwona Blazwick (che in seguito sarebbe diventata direttrice della Whitechapel Gallery), scegliemmo la più elegante sala da the in Trafalgar Square come nostro quartier generale dove far approdare gli artisti per un colloquio. Spendemmo in pasticcini quanto risparmiammo in taxi, ma ci fu tutto il tempo di incontrare molti dei giovani emergenti di allora a Londra”.

Patrizia Brusarosco

"Martin Creed si sarebbe dimostrato non solo l’artista più di successo, ma anche il piu generoso, due circostanze che viaggiano spesso assieme.
Martin regalò a Viafarini le sue interessanti edizioni e si conquistò così un'ospitalità nell’appartamento al primo piano che era stato appena acquistato e che Martin Creed inaugurò come residenza, anche se rischiò di morire soffocato dai fumi della stufa a gas.
L’appartamento poi subì diverse fasi di “restauro” e fu abitazione di Salvatore Falci e studio dell'Australian Council. Quando alla fine fu davvero ristrutturato come residenza, fu inaugurato da Cesare Pietroiusti e Carolyn Christof Bakargiev che rischiarono non per la stufa, bensì per la balaustra del soppalco-letto che non era stata ancora montata".

Patrizia Brusarosco

"L’installazione di Martin Creed, appassionato musicista, faceva uso di 39 metronomi - imprestati dal negozio di musica Bosoni - che andavano ciascuno a una diversa velocità, creando un effetto sonoro dissonante e sorprendente nello spazio, che ha un’eco tutta particolare".

Patrizia Brusarosco

Martin Creed.
Foto di Armin Linke

Martin Creed che installa iI metronomo.
Foto di Armin Linke

I metronomi erano 39 e ognuno andava a una diversa velocità.
Foto di Armin Linke

Il metronomo

Dettaglio della brochure

La grotta di Tania Kovats

Tania Kovats

Dettaglio della brochure

Proposta di Gillian Wearing con dettaglio per la brochure

La video proiezione di Gillian Wearing

Gillian Wearing, particolare da video