Jimmie Durham, Invitation to a Pointless Investigation

26 - 30 maggio 1997

Workshop con Silvia Maria Barna, Jen Budney, Valerio Carrubba, Enzo Distinto, Tarin Gartner, Mauricio Lupini, Paola Pivi, Irene Prinzivalli, Gabriele Picco, Ewa Rapacz, Barbara Rossetti, Paola Sabatti Bassini, Lorenzo Silvan, Michea Veneziano.

Ideato con Carolyn Christov-Bakargiev.

"Il progetto consiste in un workshop di una settimana, in cui Jimmie Durham lavora con un gruppo di 14 giovani artisti, selezionati tramite un bando promosso presso l'Accademia di Brera e tramite l’Archivio di Care of Viafarini, organizzato con Progetto Giovani del Comune di Milano. 
Il gruppo di lavoro assieme a Jimmie Durham esplora la situazione “anomala” dell’arte rispetto  alle discipline artistiche applicate, fortemente normative, quali l’architettura.
L’artista infatti ha scelto Milano per la realizzazione del progetto in virtù del ruolo determinante che la città detiene nei campi della moda, del design e dell’architettura.              
Il risultato del laboratorio sono discussioni, scritti e opere prodotte dal gruppo di lavoro, che sono esposti presso lo spazio Viafarini fino al 15 settembre 1997".

Carolyn Christov-Bakargiev.

Jimmie Durham, artista, scrittore e poeta di fama internazionale, è nato nel 1940 negli Stati Uniti ed attualmente vive a Marsiglia. Con le sue sculture, assemblaggi e installazioni crea colorate figure antropomorfe con attributi animali e umani, utilizzando oggetti di scarto e materiali organici. I materiali e l’iconografia che caratterizzano le composizioni di Jimmie Durham, che a volte ricordano oggetti etnografici, traggono ispirazione dalle origini Cherokee dell’artista e sono espressione del profondo legame alla natura che caratterizza la cultura indiana. Unendo in queste sue opere invettiva politica, poesia e giochi di parole, Durham ironizza sui processi di colonizzazione messi in atto da secoli da parte della cultura “occidentale”, nonché sulla natura e sugli stereotipi dell’opera d’arte contemporanea.

Nel 1996 Jimmie Durham ha realizzato la mostra Der Verführer und der Steinerne Gast presso l’Istituto Culturale dell’Ambasciata Bulgara di Vienna, che ha sede nell’ex-abitazione del filosofo viennese Ludwig Wittgenstein. Per l’occasione è stato pubblicato un libro omonimo, in cui si concentrano molti dei temi ricorrenti nell’opera dell’artista. In particolar modo, il discorso si incentra sul linguaggio, sulle sue origini e sul suo senso, abilmente giocando con il tedesco, lingua in cui il testo è stato tradotto. “Non c’è nessuna differenza tra arte e scienza; sono esattamente identiche”. Questa è una delle conclusioni tratte da Jimmie Durham in Der Verführer und der Steinerne Gast, dalla quale vorrebbe riprendere il discorso, ribaltandolo, con il progetto di mostra / workshop a Milano. 

Jimmie Durham a Roma, anni Novanta

Jimmie Durham, Invitation to a Pointless Investigation

26 - 30 maggio 1997

Workshop con Silvia Maria Barna, Jen Budney, Valerio Carrubba, Enzo Distinto, Tarin Gartner, Mauricio Lupini, Paola Pivi, Irene Prinzivalli, Gabriele Picco, Ewa Rapacz, Barbara Rossetti, Paola Sabatti Bassini, Lorenzo Silvan, Michea Veneziano.

Ideato con Carolyn Christov-Bakargiev.

"Il progetto consiste in un workshop di una settimana, in cui Jimmie Durham lavora con un gruppo di 14 giovani artisti, selezionati tramite un bando promosso presso l'Accademia di Brera e tramite l’Archivio di Care of Viafarini, organizzato con Progetto Giovani del Comune di Milano. 
Il gruppo di lavoro assieme a Jimmie Durham esplora la situazione “anomala” dell’arte rispetto  alle discipline artistiche applicate, fortemente normative, quali l’architettura.
L’artista infatti ha scelto Milano per la realizzazione del progetto in virtù del ruolo determinante che la città detiene nei campi della moda, del design e dell’architettura.              
Il risultato del laboratorio sono discussioni, scritti e opere prodotte dal gruppo di lavoro, che sono esposti presso lo spazio Viafarini fino al 15 settembre 1997".

Carolyn Christov-Bakargiev.

Jimmie Durham, artista, scrittore e poeta di fama internazionale, è nato nel 1940 negli Stati Uniti ed attualmente vive a Marsiglia. Con le sue sculture, assemblaggi e installazioni crea colorate figure antropomorfe con attributi animali e umani, utilizzando oggetti di scarto e materiali organici. I materiali e l’iconografia che caratterizzano le composizioni di Jimmie Durham, che a volte ricordano oggetti etnografici, traggono ispirazione dalle origini Cherokee dell’artista e sono espressione del profondo legame alla natura che caratterizza la cultura indiana. Unendo in queste sue opere invettiva politica, poesia e giochi di parole, Durham ironizza sui processi di colonizzazione messi in atto da secoli da parte della cultura “occidentale”, nonché sulla natura e sugli stereotipi dell’opera d’arte contemporanea.

Nel 1996 Jimmie Durham ha realizzato la mostra Der Verführer und der Steinerne Gast presso l’Istituto Culturale dell’Ambasciata Bulgara di Vienna, che ha sede nell’ex-abitazione del filosofo viennese Ludwig Wittgenstein. Per l’occasione è stato pubblicato un libro omonimo, in cui si concentrano molti dei temi ricorrenti nell’opera dell’artista. In particolar modo, il discorso si incentra sul linguaggio, sulle sue origini e sul suo senso, abilmente giocando con il tedesco, lingua in cui il testo è stato tradotto. “Non c’è nessuna differenza tra arte e scienza; sono esattamente identiche”. Questa è una delle conclusioni tratte da Jimmie Durham in Der Verführer und der Steinerne Gast, dalla quale vorrebbe riprendere il discorso, ribaltandolo, con il progetto di mostra / workshop a Milano.