Time is a man. Space is a woman

8 - 24 maggio 1997
a cura di Chiara Bertola e Christa Steinle

"In una serie di opere multimediali che spaziano dall’animazione al computer, al video, alla fotografia all’installazione, Maria Hahnenkamp, Petra Maitz, Katarina Matiasek e Constanze Ruhm indagano il rapporto esistente tra la percezione del proprio corpo e lo spazio esterno. Sono tre i livelli di protezione del corpo che l’architettura classica prende in considerazione: la pelle, l’abito e la parete.
Attraverso questi elementi, il loro intersecarsi, il loro sovrapporsi e compenetrarsi, si delinea il campo d’indagine del lavoro delle artiste: la pelle di un volto si trasforma virtualmente nella carta da parati che riveste il muro, il ricamo che delimita l’abito si fa ornamento parietale, dilatando in tal modo i confini dello spazio ed insieme del corpo, in una nuova leggibilità.

Ricercando un corpo femminile nei frammenti del loro lavoro le quattro artiste estendono ciò che abitualmente passa attraverso il corpo anche agli oggetti esterni: così fa Katarina Matiasek con i tatuaggi, che si traspongono sugli oggetti sotto forma di scrittura Braille, o alle pareti, come nel progetto di Maria Hahnenkamp.
I confini tra pelle, abito e parete sfumano continuamente, senza potersi mai definire; ciò che appartiene al corpo stesso si fa casa, parete, abito, in una sorta di mimesis continua. Il risultato è un nuovo linguaggio, un alfabeto che assegna alle cose significati che sono propri del corpo, come quelli appartenenti alla sfera sessuale per esempio (è questo il caso del lavoro di Petra Maitz, che ricrea l’idea della donna affidando al plexiglas e a vestiti di plastica il messaggio di una femminilità esasperata).

Liberando la donna dalla consueta e stereotipata rappresentazione del proprio corpo, allargandone i confini ai luoghi e alle cose della vita quotidiana - la casa, la strada, gli oggetti della cucina -, Maria Hahnenkamp, Petra Maitz, Katarina Matiasek e Constanze Ruhm provano attraverso l’arte a riscrivere i rapporti che legano da sempre l’essere femminile a funzioni, luoghi e spazi attribuitigli dalla storia e apparentemente immutabili".

Chiara Bertola e Christa Steinle

L'invito

Time is a man. Space is a woman

8 - 24 maggio 1997
a cura di Chiara Bertola e Christa Steinle

"In una serie di opere multimediali che spaziano dall’animazione al computer, al video, alla fotografia all’installazione, Maria Hahnenkamp, Petra Maitz, Katarina Matiasek e Constanze Ruhm indagano il rapporto esistente tra la percezione del proprio corpo e lo spazio esterno. Sono tre i livelli di protezione del corpo che l’architettura classica prende in considerazione: la pelle, l’abito e la parete.
Attraverso questi elementi, il loro intersecarsi, il loro sovrapporsi e compenetrarsi, si delinea il campo d’indagine del lavoro delle artiste: la pelle di un volto si trasforma virtualmente nella carta da parati che riveste il muro, il ricamo che delimita l’abito si fa ornamento parietale, dilatando in tal modo i confini dello spazio ed insieme del corpo, in una nuova leggibilità.

Ricercando un corpo femminile nei frammenti del loro lavoro le quattro artiste estendono ciò che abitualmente passa attraverso il corpo anche agli oggetti esterni: così fa Katarina Matiasek con i tatuaggi, che si traspongono sugli oggetti sotto forma di scrittura Braille, o alle pareti, come nel progetto di Maria Hahnenkamp.
I confini tra pelle, abito e parete sfumano continuamente, senza potersi mai definire; ciò che appartiene al corpo stesso si fa casa, parete, abito, in una sorta di mimesis continua. Il risultato è un nuovo linguaggio, un alfabeto che assegna alle cose significati che sono propri del corpo, come quelli appartenenti alla sfera sessuale per esempio (è questo il caso del lavoro di Petra Maitz, che ricrea l’idea della donna affidando al plexiglas e a vestiti di plastica il messaggio di una femminilità esasperata).

Liberando la donna dalla consueta e stereotipata rappresentazione del proprio corpo, allargandone i confini ai luoghi e alle cose della vita quotidiana - la casa, la strada, gli oggetti della cucina -, Maria Hahnenkamp, Petra Maitz, Katarina Matiasek e Constanze Ruhm provano attraverso l’arte a riscrivere i rapporti che legano da sempre l’essere femminile a funzioni, luoghi e spazi attribuitigli dalla storia e apparentemente immutabili".

Chiara Bertola e Christa Steinle